Dicono ci sia qualcosa di magico in quella punta di terra che divide il Sabato e il Calore: un triangolo con la punta nell'acqua, dove si congiungono due fiumi...lo stramonio che cresce beato lì intorno contribuisce all'atmosfera.
Ma magia e cabala sono solo un utile espediente narrativo per attaccare un pezzo sui fiumi di Benevento dove però l'unico e obbligato misticismo è quello della razionalità.
Razionalità che porta, tutti, a considerare i corsi d'acqua di Benevento non più una fonte di preoccupazione o inquinante, ma una risorsa.
Risorsa nelle logiche istituzionali, anche in virtù del progetto pilota che vede assieme Università, Regione, Provincia e Confindustria per prelevare gli inerti.
Risorsa anche come attrattore turistico, con le passeggiate organizzate da eccellenze del territorio come la Lipu, che permettono di scoprire i luoghi di sopra, guidando i partecipanti tra sentieri e scorci mozzafiato: la confluenza tra i due fiumi, antichi ponti romani, fauna e flora.
Marcello Stefanucci, di Lipu, infatti spiega: “Nell'Oasi zone umide beneventane abbiamo organizzato una escursione nella penisola fluviale di Cellarulo, dove c'è la confluenza tra Sabato e Calore, poi andremo a Ponte Fratto, vecchio ponte romano e a vedere i resti dell'alluvione del 2015 che è molto utile per comprendere le dinamiche del fiume. La Lipu ha realizzato dei sentieri nella natura: facciamo un avvicinamento soft ai fiumi per una valorizzazione eco compatibile, dove la natura viene rispettata. Noi chiediamo di collaborare con enti pubblici e istituzioni per creare percorsi attorno ai fiumi per permettere alle persone di goderne”.
Col gran caldo verrebbe quasi da bagnarsi: sempre secondo la cabala di cui sopra porterebbe fortuna, ad oggi viste le condizioni delle acque porterebbe di sicuro tutt'altro...ma magari un giorno...