Benevento

Hanno prima studiato il progetto, analizzato i documenti, le situazioni precedenti e attuali, poi hanno detto la loro: “Perchè dislocare il depuratore a contrada Scafa?, perchè non siamo stati interpellati da nessuno e ancora più più importante: perchè non si è tenuto conto che quella zona potrebbe essere raggiunta dall'acqua del fiume Calore come durante l'alluvione del 2015”. 
sono questi gli interrogatici del Comitato “Paesaggi sanniti Scafa” che si è costituito da qualche giorno e che ora punta il dito contro il progetto del Comune di Benevento illustrato alla città qualche settimana fa alla presenza del professore Maurizio Giugni, commissario alla depurazione per il Governo; del presidente e il direttore generale dell'Ente idrico campano, rispettivamente Luca Mascolo e Vincenzo Belgiorno ed il presidente ambito Benevento Avellino, Franco Damiano. Due gli impianti che finalmente faranno uscire la città di Benevento da un impasse che dura da decenni proprio a causa delle acque di scarico che finiscono direttamente nei fiumi cittadini, senza depurazione: il primo, quello più piccolo, è già esistente e dovrà solo essere adeguato, nell'area industriale di Ponte Valentino. Poi c'è quello più grande a contrada Scafa, dove trent'anni fa c'era il cantiere per la realizzazione della nuova stazione ferroviaria di Vitulano e della galleria che da Scafa arriva direttamente all'imbocco della stazione ferroviaria centrale di Benevento. 
Ed è questo impianto che ora è finito nel mirino dei residenti che non riescono a capire il perchè della dislocazione così distante dalla città. Le tubazioni infatti dovranno correre parallele a tutta la pista ciclabile, lungo il fiume, per poi arrivare nell'area individuata. Una zona verde che al di là del fiume è territorio di Torrecuso e Foglianise, con vigneti, case e attività. “Francamente – spiegano dal Comitato Paesaggio sannita Scafa – non comprendiamo la scelta. Siamo in un'area verde, privata, che dista solo poche centinaia di metri da un altro impianto, quello di contrada Mascambruni a servizio anche delle industrie dell'area di Olivola ma che non è mai entrato in funzione. Perchè non ripristinare quel sito?” Chiedono i cittadini ai progettisti e al Comune di Benevento.
A loro sembra strano come le associazioni ambientaliste abbiano dato l'ok visto che poi lungo tutto il tratto della pista ciclabile Pantano – Scafa debbano essere installate le condotte fognarie “addirittura fuori terra – spiegano ancora i residenti di Scafa. Un impianto che si allontana dalla città per oltre sei chilometri in una zona interessata dall'acqua del calore durante l'alluvione. Area dove da oltre quarant'anni è presente un'attività di pastorizia”.
Comitato Scafa che si è costituito dopo l'ennesimo smacco: “I nostri problemi li abbiamo affrontati sempre in autonomia, senza l'aiuto di nessuno ma ora basta. Vogliamo che le cose vengano fatte in maniera precisa e vogliamo capire il perchè della scelta della nostra contrada per la costruzione del depuratore”. Richieste che ora attendono una risposta dall'amministrazione.

I cittadini di scafa infatti chiedono ora al sindaco Mastella di poter esporre le loro ragioni e di essere ricevuti per capire meglio determinati aspetti del progetto. Invito rivolto non solo all'amministrazione comunale di Benevento ma anche alle associazioni ambientaliste.

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