Uno ha risposto alle domande, l'altro si è avvalso della facoltà di non farlo. Si sono chiusi così gli interrogatori di garanzia, fissati il 19 ottobre e poi slittati, di due delle tre persone colpite otto giorni fa da una misura nell'inchiesta del pm Licia Fabrizi e dei carabinieri sulla gara d'appalto per la gestione del centro Spar del Comune di Vitulano.
Non è rimasto in silenzio, dinanzi al gip Vincenzo Landolfi, Pietro Cusano (avvocati Giusida Sanseverino e Mario Verrusio), Responsabile unico del procedimento, sospeso da un pubblico ufficio o servizio, che ha respinto ogni addebito, escludendo qualsiasi collusione, come sostiene la Procura, e proclamandosi del tutto estraneo ai fatti. I difensori hanno chiesto per lui la revoca della sospensione.
E' invece rimasto a bocca chiusa - un suo diritto - Gino Coppolaro (avvocato Vincenzo Regardi), coordinatore delle due società cooperative – un'Associazione temporanea d'impresa – affidatarie dello Sprar, al quale è stato invece applicato il divieto di dimora. Il suo legale ha chiesto la revoca della misura ed ha depositato una serie di documenti.
Giovedì, intanto, è in programma la discussione al Riesame del ricorso presentato dagli avvocati Roberto Pulcino e Angela Iavarone per Umberto Morisco, ex presidente di una delle società e locatore della struttura (anche per lui, sospeso dalla carica di consigliere comunale, il divieto di dimora a Vitulano), che era stato interrogato martedì scorso. Non ancora fissate invece le udienze per Cusano e Coppolaro.
Turbata libertà degli incanti e peculato, queste le ipotesi di reato contestate in una inchiesta centrata sulla gara indetta nel 2017 e aggiudicata all'Ati, grazie alla presunta “collusione tra il Responsabile dell’Ufficio Tecnico, quale RUP della gara, uno o più membri della commissione allo stato ignoti e gli amministratori delle imprese costituite in ATI”.