Ha sorriso quando li ha visti arrivare. Ci teneva tanto, il prefetto Carlo Torlontano, alla presenza di una rappresentanza di studenti dell'Istituto comprensivo Torre, al punto da ritardare di qualche minuto l'avvio della cerimonia. E quando ha notato che, finalmente, erano in piazza Castello, non ha nascosto la sua soddisfazione. Perchè altrimenti “tutto si risolve nell'autoreferenzialità, nel cantarcela, come si dice, e suonarcela da soli. E' invece importante che soprattutto ai più giovani vengano ricordati i nostri valori”, ha detto al cronista prima di passare in rassegna lo schieramento. Valori come quello dell'unità nazionale, festeggiato questa mattina al pari delle forze armate.
Protocollo uguale a se stesso, inevitabilmente: l'alzabandiera e la deposizione di una corona davanti al monumento ai caduti, poi la lettura dei messaggi del presidente della Repubblica e del ministro della Difesa, affidata al Prefetto ed al comandante provinciale dei carabinieri, Enrico Calandro. Il cielo, plumbeo, non prometteva nulla di buono, e non ha tradito le previsioni: prima qualche goccia, quindi pioggia battente che ha determinato la fine della manifestazione.
Fuggi fuggi generale, niente discorsi del sindaco di Benevento Clemente Mastella e del presidente della Provincia, Nino Lombardi. La piazza si è svuotata velocissimamente, qualcuno ne ha approfittato, prima di tornare a casa, per una fermata al mercato di piazza Risorgimento. Come quel signore che, dopo aver avvicinato il proprietario di una bancarella che stava faticosamente cercando di proteggere dall'acqua la merce in esposizione, si è lamentato del tempo e dell'esito della cerimonia. “E noi, che non incassiamo 1 euro, cosa dovremmo dire?”', gli ha risposto quello, quasi a muso duro. Come dargli torto. Giove Pluvio, che tu sia maledetto.