Per tutti resta uno strumento risultato utile in un momento difficile, ma tante ancora sono le lacune da colmare rispetto ad un metodo per il quale non eravamo preparati. E' quanto emerso, in estrema sintesi, dall'indagine presentata questa mattina presso la sala Letture di Palazzo De Simone. Uno studio promosso dall'associazione Studium e realizzato con docenti dell'Università di Benevento e Salerno. “Progetto che ha coinvolto circa 1500 studenti e undici dirigenti scolastici”, ha spiegato il professor Biagio Simonetti dell'Unisannio: “Non si era pronti rispetto a un fenomeno così immediato ma famiglie e dirigenti si sono adeguati immediatamente”. Ma la didattica a distanza è stata comunque ritenuta “utile durante la pandemia però bisogna oggi cercare di trarne il meglio”.
Dalla Dad alla didattica digitale integrata
E dunque, le difficoltà non sono mancate ma restano aspetti positivi che oggi si intende valorizzare: “Sicuramente c'è stata una sofferenza tra gli studenti in primis che hanno risentito emotivamente dell'assenza della formazione in diretta – ha sottolineato la professoressa Teresa Marchese, dirigente scolastica dell'associazione Studium – ma dalla Dad bisogna trarne il meglio e passare alla didattica digitale integrata”.
Di qui la necessità di istituire un “osservatorio stabile sulla condizione giovanile a Benevento e nel Sannio – ha evidenziato la professoressa Antonella Tartaglia Polcini - Delegata Trasferimento Tecnologico Unisannio - che approfondisca le peculiarità del territorio e delle nostre scuole”.