Benevento

Il riutilizzo dei beni confiscati alla criminalità è essenziale per dimostrare che lo Stato ha vinto. Nel Sannio, sul tema, si fa davvero troppo poco e occorre ingranare una nuova marcia. E' un messaggio chiaro quello che arriva dal referente del coordinamento di Libera a Benevento, Michele Martino.
Un messaggio lanciato in occasione della presentazione della 14esima edizione dell'iniziativa “Facciamo un pacco alla camorra” che presenta in confezione regalo per Natale i prodotti nati dalle terre e dai beni sequestrati alla criminalità e affidati ad esperienze virtuose come le cooperative del consorzio Nco Nuova cooperazione organizzata. Parte proprio da qui Martino per spiegare “Fare un pacco alla camorra significa innanzitutto riappropriarsi delle parole. Non a caso il nome del consorzio Nco che significa non più Nuova camorra ma Nuova cooperazione organizzata. Un'iniziativa culturale, civica di riflessione e approfondimento. Non è beneficenza, né commercializzazione”.

Facciamo un Pacco alla Camorra, esperienza virtuosa

“E' l'occasione – prosegue - per accendere i riflettori sul tema del riutilizzo sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Presentiamo infatti un'esperienza virtuosa: tante cooperative che hanno riutilizzato socialmente i beni confiscati, che sono diventati generatori di economia sul proprio territorio, hanno dato possibilità di inclusione a persone che vengono a percorsi di tossicodipendenza, a migranti, a giovani che hanno scelto di non partire. L'esperienza del pacco alla camorra è un'esperienza alternativa a quella delle mafie che per anni hanno oppresso i territori della nostra regione, soprattutto la zona dell'Agro Aversano che oggi conosciamo come le terre di don Peppe Diana”.

L'appello: Quando sarà restituito alla collettività l'ex cementificio Ciotta?

“Quando sarà restituito alla collettività l'ex cementificio Ciotta?” si chiede il referente di Libera puntando i riflettori sul Sannio. “Quel bene deve tornare a vivere, ovviamente secondo la volontà amministrativa, ma deve tornare alla collettività. Riteniamo che ci sia poco slancio politico e amministrativo rispetto a questo tema. Anche altri comuni nel Sannio devono accelerare come Dugenta e Castelvenere. Non possiamo permetterci che ci siano beni inutilizzati, è una parziale sconfitta dello Stato. Al contrario dobbiamo dimostrare con i fatti che lo Stato ha vinto per ben due volte quando ha confiscato e quando ha restituito quei beni alla collettività”.

I Pacchi con i prodotti frutto del lavoro svolto sui beni sequestrati alla criminalità

Un denso intervento per l'incontro di presentazione del progetto presso la sede della Caritas, a cui hanno partecipato il docente e scrittore Davide De Rei, Pasquale Zagarese, direttore diocesano della Caritas di Benevento e Stefano Mancini del Consorzio NCO. E dunque per i regali di Natale si potrà scegliere tra due confezioni, che hanno un nome diverso a seconda del loro contenuto – Pacco Umanità e Pacco Solidale – piene di prodotti frutto del lavoro svolto sui beni sequestrati e confiscati alle organizzazioni criminali. L’iniziativa è sostenuta da una solida rete di collaborazione che il Consorzio Nco – Nuova Cooperazione Organizzata, ideatore del Pacco alla camorra, promuove con il Comitato don Peppe Diana, Libera e con il Fondo assistenza per il personale della Polizia di Stato che si occupa dei più fragili e che anche per questa edizione, consolidando una lunga amicizia, sarà presente con il fumetto del Commissario Mascherpa.

Pace è anche lotta ai narcotrafficcanti, anche nel Sannio, in Valle Caudina

Quest'anno tema dell'iniziativa è la pace e Martino puntualizza ancora: “Non è solo la contrapposizione alla guerra ma è l'altra faccia di tutte le violenze. E' la giustizia a sociale per provare ad adeguare il passo ai più deboli, è il rispetto dell'ambiente, il rispetto diritti, la garanzia di un'acqua potabile a tutta la città. Pace vuol dire lotta seria e sistematica alle mafie, alla corruzione, ai narcotrafficanti causa di guerra anche nei nostri territori. Pensiamo alla Valle caudina dove ora non si spara solo perchè gli equilibri sono stabili, ma appena salteranno ricomincerà la violenza”.