Benevento

Sequestrata a Benevento l’area di cantiere in via Calandra dove sorgeva l'immobile demolito degli ex uffici Direzione provinciale Inps. Il provvedimento, di natura preventiva, è stato eseguito dai carabinieri e della guardia di finanza in servizio presso la Procura: è stato adottato dal Gip perchè – recita una nota a firma del Procuratore Aldo Policastro - “l’intervento di sostituzione edilizia mediante demolizione e ricostruzione del complesso immobiliare dismesso sarebbe eseguito in virtù del permesso di costruire ritenuto illegittimo in quanto rilasciato: ai sensi dell'art. 7 co. 5 L.R. n. 19/2009 e s.m.i., cd. "Piano Casa", nel caso di specie inapplicabile e previa erronea classificazione dell'area come urbana degradata ex art. 2 comma 1 lett. a) della citata L.R.;in violazione del combinato disposto di cui agli artt. 2 comma 1 lett. e) e 7 comma 5) che subordina la sostituzione al mantenimento della volumetria esistente, avendo invece il progetto autorizzato una volumetria superiore; in violazione con gli strumenti urbanistici vigenti di cui all'art. 115 co. 1 e 4 (disciplina della zona elementare del tipo F4) della Norme Tecniche di Attuazione (NTA) del Piano Urbanistico Comunale (PUC) e all'art. 36 (Precisazioni sulle destinazione ammesse) del Regolamento Urbanistico Edilizio Comunale (RUEC), che prevedono solo interventi rientranti nelle categorie di destinazione b1) e b2) ex art. 10 NTA e non anche la categoria di destinazione d'uso b3) medie strutture superiori, in cui rientra l'intervento illegittimamente autorizzato”.

Il sequestro è scattato in una indagine a carico del procuratore speciale e dei due amministratori della società proprietaria: in concorso tra loro, nella qualità di committenti, avrebbero avviato, “in assenza di titolo abilitativo legittimo e quindi abusivamente, lavori per la costruzione di due blocchi: l'uno residenziale, composto da n. 60 alloggi distribuiti per 5 piani fuori terra, comprensivi di esercizi commerciali suddivisi in 12 unità e di n. 61 box auto oltre i locali tecnici e di n. 46 posti auto scoperti; l'altro commerciale composto da due strutture di vendita, procedendo alla demolizione del complesso immobiliare esistente ; ricadente in una zona classificata in parte minima come "viabilità pubblica" ed in parte maggiore come zona F4 destinata alla realizzazione di attrezzature direzionali e sociali di interesse collettivo”.

L'inchiesta è stata scandita da una consulenza disposta dal Pm, dalla quale sarebbe emersa “l'illegittimità del procedimento amministrativo e dello stesso titolo abilitativo emesso per cui, su conforme richiesta del Pubblico Ministero, il G.I.P. disponeva il sequestro preventivo del cantiere ritenendo sussistente il periculum in mora ovvero il rischio che il reato possa essere portato ad ulteriori conseguenze, essendo state completate le opere di demolizione e dovendosi proseguire con le opere di ricostruzione.”