Il contrasto alle discriminazioni e alle disparità di genere nell'educazione è una delle principali priorità su cui le politiche dell'istruzione hanno cominciato a concentrarsi negli ultimi anni. Una di queste disparità di genere è il gap nei percorsi scientifici (STEM), che vedono ampiamente sottorappresentate le donne. Al tema "Come gli stereotipi di genere incidono sugli apprendimenti" è dedicata la rubrica settimanale della Fondazione Openpolis "Numeri alla mano", in onda ogni giovedì alle 7 in onda anche su Radio Radicale. Dall'analisi emerge che nonostante le donne costituiscano la maggioranza dei laureati, la quota di laureate in ingegneria e scienze è ancora minoritaria. Un fenomeno confermato dall'ultimo rapporto di Almalaurea secondo cui "nei corsi di primo livello le donne costituiscono una spiccata maggioranza nei gruppi educazione e formazione (93,1%), linguistico (85,1%), psicologico (81,5%), medicosanitario (75,6%) e in quello di arte e design (71,8%). Di converso, sono una minoranza nei gruppi informatica e tecnologie ICT (13,7%), ingegneria industriale e dell'informazione (26,6%)". Dal momento che si tratta dei percorsi di istruzione che generalmente offrono maggiori opportunità di lavoro, spesso nei settori più innovativi, se poche ragazze vi accedono i divari di genere sono destinati a cristallizzarsi, se non aumentare. Anche per questo motivo, i gap di genere salariali e occupazionali sono spesso riconducibili a disparità nei percorsi educativi. A loro volta, queste trovano origine in stereotipi di genere sul ruolo delle donne. Un fenomeno frequente, emerso nelle rilevazioni internazionali di Ocse, è la tendenza dei genitori ad avere maggiore fiducia nelle possibilità dei figli maschi di lavorare in campo scientifico rispetto alle figlie. Anche a parità di risultati in matematica. Alla base vi è un pregiudizio diffuso, spesso interiorizzato non solo dalle famiglie ma anche dalle stesse bambine e dai loro coetanei. Un pregiudizio che, sebbene smentito dalle evidenze scientifiche, resiste nella mentalità di molte persone.
In terza media, si attestano al livello di competenza 1 in matematica (il più basso) mediamente il 22,3% delle ragazze italiane (20,9% tra i maschi). Questa percentuale è più contenuta nel nord-est, dove scende al 15,1% e si attesta comunque al di sotto della media nel nord-ovest (17,5%) e nel centro (18,3%). Mentre sale al 30,9% nella ripartizione "sud" e al 34,6% in quella "sud e isole". Si tratta delle due aree geografiche in cui ai fini Invalsi è suddiviso il mezzogiorno. La prima comprende Abruzzo, Molise, Campania e Puglia, mentre la seconda Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna. Dall'analisi emerge come i capoluoghi con i punteggi più elevati per le ragazze siano quelli del nord-est. Nel 43% delle città dell'Italia nord-orientale i risultati delle studentesse nei test numerici Invalsi superano di oltre 10 punti la media nazionale. Nello specifico Trento e Treviso, dove superano i 215 punti; seguite nell'ordine da Vicenza, Pordenone, Rimini e Bologna (attestate tra 213 e 214). Da segnalare, con punteggi delle studentesse superiori a 214, anche 3 città lombarde: Bergamo, Sondrio e Monza. Sette le città dove il punteggio nei test numerici delle ragazze supera quota 214: Trento, Treviso, Bergamo, Sondrio, Monza, Vicenza e Pordenone. Tra i risultati più distanti dalla media nazionale invece si segnalano, con meno di 150 punti in media nei test numerici, città sarde come Sanluri e Carbonia. Seguite, sempre con meno di 170 punti, da Oristano, Tempio Pausania, Cosenza, Siracusa e Cagliari.
E' soprattutto nelle regioni del mezzogiorno che si concentrano i punteggi più bassi per le studentesse. Ma questo è generalmente vero anche per i risultati dei ragazzi: emerge infatti una correlazione tra il livello di apprendimento rispetto ai generi: maggiore il risultato delle ragazze, maggiore quello dei ragazzi, e viceversa. Con le città dell'Italia settentrionale frequentemente al di sopra delle media, sia per le studentesse che per gli studenti, e quelle dell'Italia meridionale spesso sotto la media nei risultati sia dei ragazzi che delle ragazze. Sono 52 su 117 le città dove sia studenti che studentesse superano la media nazionale nei test numerici Invalsi (2017). Nella maggior parte dei casi si tratta di capoluoghi dell'Italia settentrionale: ben 39 su 52 si trovano nel nord e 11 nel centro. Solo in 2 città del mezzogiorno sia maschi che femmine superano la media nei test numerici Invalsi. Si tratta, sempre in base alle rilevazioni 2017, di Benevento e di Campobasso. In entrambi i casi in quella rilevazione era risultato più elevato il punteggio delle studentesse rispetto a quello dei ragazzi.