Sono stati due i militari del Nas di Salerno ascoltati questa mattina nel processo scaturito dall'indagine della Digos sulla gestione di alcuni centri per migranti nel Sannio, sul consorzio Maleventum, di cui Paolo Di Donato (avvocati Pietro Farina e Vittorio Fucci) è ritenuto il deus ex machina.
Sollecitati dalle domande del pm Patrizia Filomena Rosa e delle difese, i militari si sono soffermati sui sopralluoghi compiuti nelle strutture tra marzo e, soprattutto, maggio del 2016, e sulle intercettazioni.
Un'attività ispettiva centrata sulla verifica della corretta esecuzione del capitolato di appalto, che avrebbe restituito problematiche sul versante igienico-sanitario rispetto alle quali erano arrivate le prescrizioni dell'Asl. Un lavoro, quello dei carabinieri, deciso al termine di un vertice che si era tenuto a gennaio tra Procura, Nas e Digos.
Una circostanza importante, a detta della difesa, rispetto alla definizione di uno dei capitoli d'accusa: quello relativo alla rivelazione di segreti di ufficio, delle presunte soffiate sui controlli di cui, di solito, – hanno affermato i due testimoni – veniamo informati solo la mattina in cui scattano.
Trentasei, complessivamente, gli imputati con accuse, a vario titolo, di associazione per delinquere, falso, truffa, concussione, rivelazione di segreti di ufficio. Si torna in aula il 23 marzo, quando dinanzi al Tribunale si siederà un funzionario della prefettura per il quale, dopo l'iniziale coinvolgimento nell'inchiesta, era stata stabilita l'archiviazione.