Benevento

Sulle note de 'I Cento Passi' dei Modena City Ramblers riproposte dalla band “Theorems” del Liceo Scientifico Rummo di Benevento di è aperta oggi una giornata dedicata alla legalità e al ricordo delle vittime innocenti della criminalità.
Un appuntamento intenso moderato ed animato dagli studenti delle commissioni Legalità, ambiente ed arte della scuola superiore sannita, con le testimonianze di ospiti importanti.

Come importante è il messaggio emerso dall'incontro: le aree interne, territori apparentemente tranquilli, sono quelli in cui è necessario tenere più alta la guardia perché possono far gola agli appetiti della criminalità.

Il Liceo Scientifico Rummo con Libera ha ricordato l'omicidio del Maresciallo Pasquale Mandato, vittima innocente della camorra.
Oggi nel Sannio l'associazione, contro le mafie ha promosso un doppio appuntamento, oltre a quello già citato per Mandato, l'altro in memoria di Don Carlo Lombardi, ucciso il 4 marzo del 1982 nella sua chiesa, Santa Maria della verità, per il suo impegno contro la droga che distruggeva i suoi giovani. “Il Don Bosco del Triggio”, nei primi anni '80 un quartiere particolarmente difficile.

“Due memorie che ricordano il significato profondo della giustizia – ha spiegato il referente di Libera Benevento, Michele Martino – rispetto ad una cultura della 'normalizzazione' di quest'epoca. L'esempio di Mandato è la capacità di scegliere, di schierarsi e riconoscere che non è tutto 'normale', contro quel che è 'massa' che non è più 'massa critica' e che è ingiustizia. Allo stesso modo l'esempio di Don Carlo Lombardi pone al centro il tema delle droghe che non sono scomparse e rappresentano ancora il core bussines delle mafie”.

Toccante la testimonianza della figlia del maresciallo Mandato, Maria Grazia “Sono doppiamente emozionata – ha detto – quando accadde ero a scuola, proprio in un Liceo Scientifico e trovo molto emozionante il riconoscimento dei più giovani. Dopo anni di silenzio e sofferenza ho lavorato per la memoria di mio padre e sono felice che il messaggio sia stato raccolto dai ragazzi”.

Una memoria che non è mai retorica per il giornalista Raffaele Sardo che ha recentemente firmato il libro “Al di là della notte, storie di vittime innocenti della criminalità”.

“In questi territori dove non si spara direttamente non è vero che le mafie non esistono – ha detto – ma ricordare oggi una vittima innocente significa metterne a centro l'esempio. Mandato è stato ammazzato perché faceva il proprio dovere. Fu ucciso nella mattina del 5 marzo del 1983 da un commando di camorristi perchè, da responsabile dell’Ufficio matricola del carcere di Santa Maria Capua Vetere, era ligio al dovere ed impediva l'accesso di armi e droga, dunque fu punito. Ricordare la sua storia significa insegnare ai ragazzi l'esempio da seguire”.

“Magistratura, enti locali e istituzioni scolastiche insieme per fare memoria” ha spiegato ancora Antonio D'Amato, procuratore aggiunto di Santa Maria Capua Vetere. E ancora: “Nelle moderne democrazie si dimenticano, in termini di sacrifici, le vittime. Memoria invece significa ricordare che ci sono stati uomini e donne che hanno continuato a fare il proprio dovere credendo nelle istituzioni”.

E poi il riscontro sul territorio “E' proprio nei territori apparentemente più tranquilli, come questo, che occorre maggiore attenzione soprattutto quando, con l'arrivo di fondi pubblici si risvegliano gli appetiti della criminalità. E dunque parlare di mafia in questi territori non è mai un esercizio retorico ma un contributo in termini di prevenzione”.