La strage di Bologna, avvenuta il 2 agosto 1980, è uno degli eventi più tragici e dolorosi della storia italiana moderna. L'attentato terroristico, perpetrato nella stazione ferroviaria di Bologna, ha lasciato un segno indelebile nella memoria collettiva del paese.
Quella giornata calda di inizio agosto cominciò come un normale giorno estivo, ma presto tutto cambiò. Alle ore 10:25, una violenta esplosione sconvolse la stazione centrale di Bologna. Una bomba collocata all'interno della sala d'attesa esplose, provocando la distruzione di parte dell'edificio e causando una devastazione inimmaginabile.
L'attacco fu di una ferocia inaudita: 85 persone persero la vita e oltre 200 rimasero ferite, molte delle quali gravemente. Le vittime provenivano da diverse parti d'Italia e da diverse fasce della società. Tra i morti c'erano uomini, donne e anche bambini, innocenti che si trovavano al posto sbagliato al momento sbagliato.
L'orrore e il dolore che seguirono furono immensi. La città di Bologna e tutto il paese furono scossi da una profonda tristezza e rabbia. In seguito alle indagini, furono identificati i responsabili dell'attentato: membri di gruppi di estrema destra con collegamenti internazionali. Tuttavia, il processo di giustizia fu lungo e complesso, con alcuni imputati che ricevettero condanne, ma molti altri rimasero impuniti.
La strage di Bologna rappresenta un punto di svolta nella storia italiana. Ha portato a un'ulteriore consapevolezza sulla minaccia del terrorismo e ha avuto un impatto significativo sulla politica e sulla società del paese. Inoltre, ha rafforzato la determinazione del popolo italiano nell'affrontare l'estremismo e nella difesa dei valori democratici.
Ogni anno, il 2 agosto, Bologna e l'Italia intera commemorano le vittime dell'attentato, rendendo omaggio a coloro che hanno perso la vita e mostrando solidarietà alle loro famiglie. La memoria di quella tragica giornata rimarrà per sempre nei cuori di chi ha vissuto quel periodo e rappresenterà un monito contro la violenza e l'odio.
Il governo è rappresentato dal ministro dell'interno, Matteo Piantedosi. La scelta di Piantedosi è stata considerata ineccepibile, data la sua esperienza nel ruolo di prefetto a Bologna tra il 2017 e il 2018, oltre alla sua laurea in giurisprudenza ottenuta proprio in questa città.
Il ministro Piantedosi è anche riconosciuto per il suo profilo tecnico e per non appartenere a un partito politico specifico, una caratteristica rilevante, poiché il governo è guidato da una forza di destra. Questa è un'occasione significativa poiché segna il primo 2 agosto con un governo guidato da una forza politica chiaramente orientata a destra.
La giornata della commemorazione è scandita da una liturgia consolidata nel tempo: la mattina si tiene un incontro ufficiale tra il sindaco, le autorità e i familiari delle vittime, a cui partecipa anche il ministro Piantedosi. Successivamente, si tiene un corteo che raggiunge piazza Medaglie d'Oro, davanti alla stazione, dove il presidente dell'Associazione dei familiari delle vittime, Paolo Bolognesi, tiene un discorso.
La partecipazione della città alle cerimonie di commemorazione è sempre stata massiccia, dimostrando l'attenzione della comunità nei confronti della memoria di questa tremenda ferita inflitta alla città di Bologna e all'Italia intera nel 1980. Numerose iniziative sono organizzate in questi giorni, evidenziando l'impegno nella coltivazione della memoria storica.
Il processo giudiziario relativo alla strage di Bologna è stato lungo e complesso, con diversi imputati e processi che si sono susseguiti nel tempo. Attualmente, il processo d'appello per Gilberto Cavallini, esponente dei Nar (Nuclei Armati Rivoluzionari), si sta concludendo, mentre altri processi sono ancora in corso. Recentemente, la giustizia ha indagato anche Stefano Menicacci, ex parlamentare del Movimento Sociale e avvocato di Stefano Delle Chiaie, per presunti legami con la destra estrema e un progetto di attentato a magistrati ostili alla destra.
Nonostante alcuni tentativi di negare l'evidenza e proporre altre ipotesi, la cosiddetta "pista palestinese" è stata definitivamente archiviata, dimostrando la validità delle sentenze emesse che attribuiscono la responsabilità della strage ai Nar. La commemorazione annuale continua a essere un momento di riflessione sulla memoria storica, e il governo italiano mantiene un impegno costante nell'affrontare la verità e rendere giustizia alle vittime e alle loro famiglie.
I condannati in via definitiva:
GIUSVA FIORAVANTI
• Capo dei Nar, i Nuclei Armati Rivoluzionari, condannato definitivo come uno degli esecutori della strage
FRANCESCA MAMBRO
• Moglie di Fioravanti, faceva parte dei Nar, attivi tra la fine degli anni ’70 e i primi anni ’80. Decisiva per la loro condanna, definitiva dal 1995, la testimonianza di Massimo Sparti. Nel 2015 è passata in giudicato anche la sentenza civile che ha condannato i due a risarcire lo Stato con oltre 2 miliardi di lire.
LUIGI CIAVARDINI
• Ex Nar, è stato condannato a 30 anni nel 2007 come esecutore della strage. Ha scontato la sua pena, nel 2009 ha fondato l’a ssociazione “Gruppo Idee” che opera nel carcere romano di Rebibbia organizzando eventi, iniziative editoriali e corsi per detenuti.
GILBERTO CAVALLINI
• Ex Nar, condannato in primo grado all'ergastolo per la strage del 2 agosto 1980: nelle sentenze è considerato l’uomo-cerniera tra la destra eversiva e i servizi deviati.
PAOLO BELLINI
• Neofascista, condannato a l l’ergastolo in 1° grado, nel processo che ha indicato i mandanti: Licio Gelli, capo della loggia P2, l’ex prefetto Federico Umberto D’Amato, il senatore del Msi Mario Tedeschi, entrambi deceduti.