Un brindisi per ribadire che la lotta al bene non si ferma mai. Che l'impegno per aiutare chi è in affanno, chi è vittima di usura, del racket o del gioco d'azzardo deve essere saldo e presente in ogni giorno dell'anno. E' per questo che il comitato di Libera benevento è tornato, per il secondo anno consecutivo, a brindare davanti all'ex cementificio Ciotta di Contrada Olivola, bene confiscato alla criminalità e non ancora restituito ai cittadini.
“Speravamo, quest'anno, di poter brindare all'interno della struttura – dettaglia Michele Martino di Libera -che invece, purtroppo, è ancora chiusa. Eppure la collettività attende che il bene sia restituito. Qui sorgerà la casa delle associazioni ed è dal bene, in tutte le sue sfaccettature, che dobbiamo ripartire”.
All'incontro tante associazioni e i sindacati e il referente di Libera ribadisce l'allerta per i fondi che occorrerebbero all'ulteriore recupero della struttura.
“C'è una lettera aperta di Libera, Cgil, Avviso Pubblico, Legambiente, Arci e Acli al Ministro Raffaele Fitto per chiedere chiarimenti sulla cancellazione del bando e sul reperimento di risorse alternative a copertura di quanto presentato nell’ambito dell’Avviso.
Dopo la decisione del Governo dello scorso luglio di cancellare con un tratto di penna i 300 milioni di euro previsti dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) per la rifunzionalizzazione e la valorizzazione dei beni confiscati, e dopo l’approvazione della quinta rata del PNRR da parte dell’Unione Europea, chiediamo al ministro Fitto di poter avere dei chiarimenti sull’avanzamento del bando e sul reperimento di risorse alternative a copertura di quanto presentato nell’ambito dell’Avviso. Chiediamo che vengano presentate le misure attraverso le quali saranno tutelate le Amministrazioni Comunali che stanno portando avanti le proposte progettuali attraverso gare d’appalto e aggiudicazioni, e con le quali si darà sostegno a tutti i progetti risultati vincitori del bando. In un clima di forte crisi economica e sociale del nostro Paese, il rischio che alcuni Comuni possano incorrere in procedure di dissesto o di incertezza finanziaria non è accettabile”.