Dopo il boom della scorsa settimana con un milione di italiani a letto, il numero di casi di infezioni respiratorie in Italia resta alto ma sostanzialmente stabile. Lo confermano i dati dell'ultimo bollettino della sorveglianza dell'Istituto Superiore di Sanita'. "Dati alla mano, a livello nazionale stiamo registrando una fortissima pressione su tutti i Ps ei ricoveri dovuti alle complicanze dell'influenza stanno aumentando in tutta Italia. I pazienti piu' a rischio sono gli anziani ei fragili, ma anche le persone giovani possono essere recuperare per l'insorgenza di complicazioni.
Tra l'altro, più e' elevato il numero di nuovi casi e piu' e' probabile che qualcuno finisca in ospedale o al pronto soccorso. Ecco perché e' importante sostenere in ogni modo la vaccinazione antinfluenzale, che risulta essere l'arma piu' efficace a nostra disposizione per ridurre la diffusione di queste patologie che, soprattutto per le categorie a rischio, possono essere causa di grave sofferenza e di potenziale rischio vita". Lo sottolinea Fabrizio Pregliasco, Direttore scientifico di Osservatorio Influenza , Direttore della scuola di specializzazione in igiene e medicina preventiva dell'Università degli studi di Milano e Direttore sanitario d'azienda dell'IRCCS ospedale Galeazzi Sant'Ambrogio di Milano.
Vaccinazione intervento più efficace
Nonostante sia acquisito che la vaccinazione rappresenta l'intervento piu' efficace per prevenire l' influenza e le sue complicanze, il nostro Paese e' ancora largamente al di sotto degli obiettivi vaccinali proposti dal Ministero della Salute che raccomanda una copertura minima del 75% e una copertura ottimale del 95%, al fine di ridurre la mortalita' correlata all' Influenza nonche' i costi sanitari e le perdite di produttivita' legati alle epidemie influenzali stagionali. Anzi, dopo un momentaneo incremento subito dopo la pandemia da Covid, i dati di copertura sembrano addirittura in abbandonato. L'imperativo per le istituzioni e la sanita' pubblica, sottolineano gli esperti, e' quindi quello di realizzare iniziative atte a promuovere maggiormente la vaccinazione antinfluenzale e aumentare le coperture vaccinali a livello nazionale. "Una strategia e' senza dubbio quella di promuovere la chiamata attiva dei soggetti candidabili alla vaccinazione, con il coinvolgimento e l'impegno dei medici di medicina generale ma anche di farmacisti, specialisti, infermieri e associazioni pazienti.
Serve chiamata attiva
La chiamata attiva alla vaccinazione rappresenta infatti una delle azioni piu' efficaci per ottenere adeguati livelli di adesione, come dimostra il fatto che laddove esiste una chiamata attiva strutturata i livelli di copertura sono molto piu' alti.Questo perché' in tal modo si ha la possibilita' di arrivare piu' vicini al paziente e di far si' che i soggetti esitanti o che non vedono nella vaccinazione antinfluenzale una priorita' riescano a comprenderne l'efficacia e la sicurezza, traendo cosi' vantaggio da questa vaccinazione per una patologia che non e' assolutamente banale", afferma il Prof. Pregliasco.In Italia, la chiamata attiva viene applicata al momento solo per le vaccinazioni dell'infanzia. Mentre per le vaccinazioni dell'adulto, dell'anziano e delle categorie a rischio, la chiamata attiva non viene attuata in maniera strutturata e uniforme su tutto il territorio, ma viene lasciata per lo più' all'iniziativa della singola Regione o del singolo medico proponente.
Dal momento che la chiamata attiva è un'azione di comprovata efficacia per aumentare i tassi di copertura vaccinale, è dunque importante sviluppare strategie tese a promuoverne l'implementazione come un alleggerimento delle pratiche burocratiche, un costante aggiornamento dei MMG in modo da aumentare la consapevolezza dei rischi dell'influenza, azioni di carattere organizzativo che garantiscono la disponibilita' di vaccini per tutti, la promozione di una comunicazione semplice, efficace, effettuata con tutti gli strumenti tecnologici disponibili e personalizzata in base al soggetto ricevente in modo da riuscire a portare la popolazione a considerare la vaccinazione come un'opportunita' e non come un obbligo e arrivare ad avere cosi' una richiesta attiva da parte dei cittadini