Benevento

Una centrale operativa; 2 Psaut (postazione Fissa di Primo Soccorso Accettazione Urgenza Territoriale) a Cerreto Sannita e San Bartolomeo in Galdo, 6 postazioni mobili medicalizzate: Benevento, Melizzano, Torrecuso (in contrada Olivola), Montesarchio e San Marco dei Cavoti e Paduli (dove sarà aggiunta un’altra postazione); e 11 ambulanze infermieristiche attrezzate con strumenti tecnologici di ultima generazione e professionisti con elevate competenze che applicano i protocolli operativi specifici di soccorso avanzato. E' in estrema sintesi la nuova organizzazione varata ieri dall'Asl di Benevento per il servizio di emergenza 118. La demedicalizzazione delle ambulanze (già sperimentata nel Fortore) ora si estende a tutto il Sannio ma trova in no deciso dei sindacati.

Tazza (Cimo Fesmed): tempi più lunghi sui codici rossi

“Siamo assolutamente contrari al nuovo sistema – spiega Emilio Tazza, della Federazione Cimo Fesmed -. Una contrarietà maturata sulla base dei primi sei mesi di sperimentazione di questo nuovo sistema in cui si sono infatti registrati degli eventi avversi, dovuti all'allungamento dei tempi dell'intervento medico sui codici rossi. Cioè – ribadisce - proprio lì dove c'è maggiore bisogno di tempestività e necessità di fare velocemente una diagnosi e impiantare una terapia si è registrato un ritardo dei medici”.
E rincara la dose “Per la prima volta da quando esiste il 118 in provincia di Benevento i pazienti in codice rosso, cioè emodinamicamente instabili e ad elevato grado di mortalità possono essere trasportatati in ospedale in assenza del medico e studi autorevoli ritengono che questa scelta comporti un calo delle possibilità di sopravvivenza del 30%”.

Così si intasano i pronto soccorso

Secondo Tazza, inoltre, il nuovo sistema andrebbe ad intasare maggiormente i pronto soccorso. “Questa riorganizzazione elimina la funzione di filtro che i medici svolgono nel loro intervento ed dati Asl hanno registrato un aumento dei ricoveri ospedalieri per pazienti trasportatati dal 118 proprio perché diminuendo la presenza dei medici viene a mancare la funzione di filtro e dunque si sovraccaricano i pronto soccorsi ospedalieri che sono già al collasso”.
 

La proposta: si può risolvere con le prestazioni aggiuntive

Emilio Tazza infine fa a pezzi la principale motivazione della nuova riorganizzazione: la carenza di organico. L'Asl di Benevento, infatti, attualmente conta solo 48 medici per l'emergenza, numero destinato a scendere nei prossimi mesi.
“In realtà – chiosa Tazza - con una corretta applicazione dei 48 medici e il ricorso alle prestazioni aggiuntive sarebbe possibile coprire le attuali undici postazioni”.