Avellino

Ci sono alcuni aspetti che emergono dall'inchiesta sul "sistema Avellino" che fanno rabbia e che impongono una riflessione ora che ci avviamo a una campagna elettorale in un clima davvero pesante.

Non si può tacere quello che è avvenuto per i concorsi del comune di Avellino nei quali il sindaco di Avellino Gianluca Festa, secondo gli inquirenti, avrebbe avuto un ruolo di "deus ex machina". Insomma era lui o i suoi amici più fidati a decidere chi avrebbe vinto il concorso, mortificando giovani laureati che speravano di partecipare a una selezione regolare. Addirittura si è consentito a una candidata impreparata e mediocre (che ha ricevuto persino le domande e la prova scritta in anticipo) per stessa ammissione di chi la raccomandava (l'architetto Fabio Guerriero) e di chi poi avrebbe consentito il risultato finale (la dirigente ai lavori pubblici Filomena Smiraglia) di vincere il concorso per uno dei tre posti di funzionario tecnico a tempo indeterminato.

"Ma questa cacaglia? Vedi che ciorta ha avuto...", dirà la Smiraglia, che riuscirà, secondo l'accusa, a truccare il risultato finale delle prove tra lo stupore e l'imbarazzo complice degli altri componenti della commissione del concorso. Poi parliamo di meritocrazia...E ci meravigliamo se gli uffici pubblici non funzionano.

Per fortuna che c'è una Procura che funziona. La nostra solidarietà va a quei padri di famiglia che hanno investito soldi per far laureare i figli in architettura e ingegneria e che hanno partecipato a quella selezione senza sapere che era tutto già scritto. Perché qualcuno, ritenendosi ormai così "onnipotente", aveva deciso il destino dei nostri giovani...