Napoli

Il campo si intreccia con il calciomercato alla vigilia di una sfida molto sentita e indubbiamente complicata, quella contro la Roma all’Olimpico. Il Napoli scenderà in campo conoscendo già il risultato dell’Inter, impegnata poco prima nel derby, e Antonio Conte chiede di allentare a prescindere le pressioni nella conferenza stampa a Castel Volturno

Riesce a isolarsi dalle voci di mercato?
«Chi mi conosce sa che non mi isolo e che cerco di partecipare attivamente a tutte le problematiche. Cerco di essere parte attiva, dando la mia opinione con la mia esperienza. Per risolvere il problema e non togliere il problema. È importante questo concetto, perché rimandare un problema significa ritrovarselo uguale in futuro».

Si era augurato che non si facessero danni sul mercato. Come va fino ad ora?
«Avevo detto che speravo che questo mercato mi restituisse una squadra dello stesso livello. Abbiamo perso Kvara e fino ad ora non è stato sostituito. Va bene tutto ma non dobbiamo buttare fumo negli occhi. Lui ha detta di tutti è un giocatore molto importante, è stato venduto a una cifra alta. Le altre uscite sono state rimpiazzate, la sua ad oggi no. Nessuno può dire che ci siamo rinforzati o indeboliti, ma a livello oggettivo c’è l’uscita di un campione da una rosa che ha fatto già 4-5 partite senza di lui. Ma è giusto tenere presente di come questa squadra sia cresciuta in maniera importante. Abbiamo gli stessi punti di tutto lo scorso anno, raggiunti in poco tempo. Mi dà gioia vedere come questi ragazzi lavorano. Al di là delle difficoltà, dell’essere pochi a livello numerico e degli infortuni. Loro mi danno una grandissima disponibilità. Io devo guardare cosa ho in casa».

Secondo lei quanto è cambiata questa Roma?
«È una squadra che ha dei valori assoluti. È una rosa completa, sia nei titolari che nei ricambi. È cresciuta tanto. L’abbiamo affrontata circa due mesi con la prima partita di Ranieri. In casa tra campionato e coppe sette vittorie consecutive, 23 gol fatti e 3 subiti. Non è facile giocare all’Olimpico con i tifosi che sono come i nostri e ti trascinano. E non dimentichiamo che l’anno scorso anche loro sono arrivati prima di noi»•

Ci spiega il concetto del problema che ha espresso prima?
«È un concetto generale. Spesso non si vede l’ora di togliersi un problema, come fosse una rottura di scatole. Risolverlo significa che questo problema ritorna».

Il Napoli usa meno di tutti il contropiede, la Roma invece molto. È un fattore di rischio?
«Sicuramente la Roma è una squadra a cui bisogna fare molta attenzione, soprattutto quando si sta attaccando. Bisogna prepararsi a essere pessimisti, pensare che si perderà palla e prepararci a un eventuale contropiede o ripartenza. Vogliamo fare una bella partita e portare avanti i discorsi che stiamo facendo da inizio anno. Se lasci giocare la Roma ti portano ai confini dell’area e lì hanno i colpi dei loro campioni, come Dybala. Dovremo fare grande attenzione».

Le dispiace che il Napoli non si è avvicinato alle altre dopo questo mercato?
«Aspettiamo la fine e poi trarrò delle conclusioni. A me sposta poco, perché sono preparato, sia in una situazione che nell’altra. Questa è una barca che è in navigazione, non nel porto. Io devo portarla al sicuro prima possibile. Ho sempre detto che sta al club prendere alcune decisioni. Io posso dire la mia se mi viene chiesto. Ho scelto di mettermi a disposizione, e quindi accetti comunque anche delle situazioni. Il mercato del Napoli non sarà mai il mercato delle big, perché ci sono dei parametri e la volontà dei calciatori, che vanno convinti. Manteniamo la testa bassa, perché questa è la realtà e non possiamo cambiarla lamentandoci. Bisogna essere costruttivi per portare la nave in porto».

I tre giorni di riposo erano un premio o bisognava far riposare un po’ questo motore che sta spingendo tanto?
«Tutte le cose che accadono è perché qualcuno se le è guadagnate. I giocatori si sono meritati i tre giorni e non dico altro. Era giusto darglieli e abbiamo ripreso subito con un doppio allenamento, giusto per non fargli dimenticare alcune cose. Io non sono uno che dà regali perché a me non ne hanno mai fatte. Bisogna guadagnarseli e meritarseli».

Questi parametri di cui ci ha parlato possono tirare fuori qualcosa di più da questo gruppo?
«Questo gruppo ha voglia di crescere. Ha mentalità. Sono contento perché questo mercato sta per finire. Qualche piccolo pensiero per qualcuno c’è sempre, ma sta finendo e vedo l’aspetto positivo della fine del mercato. Ora sono tutti ben delineati e concentrati. Capisco che qualcuno avrebbe voluto più spazio andando via, ma sono contento che abbiano scelto di restare. Mi rende orgoglioso e io devo tirare fuori il meglio. Con quelli che abbiamo dobbiamo tirare il massimo. Io continuerò ad alzare sempre più l’asticella nei loro confronti».

Alcune scene di grinta dei giocatori hanno colpito tutti
«Come dicevo prima vedere chi gioca poco dare tutto anche quando entra per pochi minuti mi fa capire che questi ragazzi stanno crescendo di mentalità. Stanno capendo che bisogna pensare con il “noi” e non con l’io. È inevitabile che il calciatore sia un po’ egoista, lo so perché è capitato per primo a me. Si cresce andando tutti nella stessa direzione e con unità di intenti. L’attaccamento e il senso di appartenenza si vede sempre meno nel calcio moderno. Questi sono dei valori che noi dobbiamo far crescere. Chi viene deve avere la volontà di sposare questi valori e di voler venire qui».