Benevento

Maltrattamenti aggravati, lesioni, tentata interruzione di gravidanza e violazione del divieto di avvicinamento. Sono le accuse per quali il pm Giulio Barbato ha chiesto il rinvio a giudizio di un  ingegnere di Benevento, che, difeso dall'avvocato Nicola Covino, il 25 marzo dovrà comparire dinanzi al gup Salvatore Perrotta, che dovrà decidere se fissare o meno il processo.

Con lui ci sarà anche un 34enne della città – è assistito dall'avvocato Fabio Ficedolo – al quale è contestato solo il favoreggiamento per le dichiarazioni rese il 26 agosto 2024. Quando il professionista era stato arrestato dalla Squadra mobile perchè, dopo aver preso a calci e pugni al volto ed all'addome la compagna, in stato di gravidenza, l'avrebbe obbligata a salire in macchina ed avrebbe strappato il telefonino dalle mani di un uomo che, avendo visto in difficoltà la poverina, le aveva chiesto se avesse bisogno di aiuto.

All'altezza di piazza Orsini, quando l'auto aveva rallentato, lei era riuscita a scendere e, nonostante l'inseguimento, a scappare. Gli agenti della Volante l'avevano rintracciata lungo il Corso Garibaldi, mentre l'uomo era stato fermato dalla Mobile nella sua abitazione, dove erano state rinvenute delle tracce di sangue della parte offesa alle quali non avrebbe prestato attenzione il 32enne, che si trovava in casa.

Durante la convalida, l'indagato aveva sostenuto di aver litigato con la donna perchè lei lo avrebbe tradito con un altro, restando incinta, e che le lesioni per le quali era stata giudicata guaribili in 20 giorni erano state causate non dalle botte ma da una caduta della malcapitata, finita col volto sul pavimento perchè aveva bevuto.