Pretendeva che si prostituisse, anche mentre era in sato di gravidenza, minacciandola che, se si fosse rifiutata, l'avrebbe rispedita nel Paese d'origine ed avrebbe fatto del male ai suoi familiari, e costringendola a subire atti sessuali.
Una storiaccia di violenze ai danni di una giovane donna nigeriana, vittima dei comportamenti di un suo connazionale di 34 anni con il quale aveva una relazione sentimentale dalla quale era nata una bimba deceduta poco dopo. Lui, difeso dall'avvocato Gerardo Giorgione, è indagato per maltrattamenti, lesioni e violenza sessuali aggravati, lei, assistita dall'avvocato Cecilia Del Grosso, comparirà domani dinanzi al gip Pietro Vinetti per l'incidente probatorio chiesto dal pm Olimpia Anzalone.
L'occasione per cristallizzare le sue dichiarazioni nel contraddittorio delle parti, per ripercorrere ciò che avrebbe vissuto. L'uomo l'avrebbe lasciata per giorni senza cibo e picchiata almeno due volte a settimana, causandole, in una occasione, con una serie di pugni, lesioni giudicate guaribili in 15 giorni. E se lei si fosse azzardata a raccontare ciò che subiva, l'avrebbe minacciata di farla a pezzi e di nasconderla in frigorifero, prima di andare via, e di postare sui social le sue foto nuda.