La C che soffre, quella che non riesce a mantenere il passo con i pagamenti, quella che rende la competizione sul campo assolutamente falsata per l'incapacità di gestire società di capitale, che devono rendere prima conto allo Stato, poi alla Figc. Ovviamente tutto ingigantito dai mancati controlli di una Federazione (e della Covisoc) che interviene sempre a cose fatte.
TARANTO. Si parte dal Taranto, la società che batterà ogni record in tema di penalizzazioni in classifica. Il suo vecchio presidente, Massimo Giove, in qualche maniera ha evitato la cancellazione del titolo sportivo, ha pagato stipendi e contributi di settembre e ottobre, poi, non prima di sparare a zero sul ministro Abodi e sul sindaco che avrebbe tenuto in piedi un inutile teatrino relativo alla cessione del Club agli inglesi della Aspex e di Campbell, ha ceduto la società a Rinaldo Zerbo, attuale direttore generale del club, in pratica un “traghettatore, alle cui spalle dovrebbero esserci imprenditori piemontesi e svizzeri. Faranno di tutto per mantenere la categoria nel prossimo anno, per poi ripartire con il nuovo stadio.
TURRIS. Il caos totale. Qualcuno avrebbe fatto intendere che con un “coup de teatre” in extremis sarebbero stati pagati gli stipendi di ottobre. Il fatto è che nessun tesserato ha riscontrato che i pagamenti sarebbero realmente avvenuti. Morale della favola: come tutti (compresi i tifosi) a Torre del Greco auspicano, appare più che probabile che la società corallina sia cancellata da questo campionato, con gravi danni per sé (che dovrà ripartire dall'Eccellenza) e per le altre partecipanti del girone C di serie C che dovranno munirsi di calcolatrice per rifare le classifiche e capire chi ci ha perso e chi ci ha guadagnato in quello che sarà un autentico capovolgimento del merito sportivo (chi vi ha vinto vedrà togliersi i punti conquistati, chi vi ha pareggiato o perso, guadagnerà quello che non aveva conquistato sul campo...).
MESSINA. Ore tormentate per il Messina, che non ha ottemperato a una delle scadenze programmate entro la mezzanotte di ieri: ha infatti provveduto a pagare gli stipendi, ma non i costributi. Per cui la società peloritana, appena finita nelle mani di un fondo lussemburghese, rischia una penalizzazione tra i 4 e i 6 punti. Tutto, dunque, è tornato in discussione in riva allo stretto, nonostante una campagna acquisti invernale importante (Buchel, Crimi, Gelli, Costantino ecc). Dubbi anche sulla stabilità della nuova proprietà che non è riuscita a fare il bonifico di 135mila euro che sarebbero serviti per saldare i contributi.
Più che della riforma auspicata da Gravina, la serie C ha bisogno di essere rifondata di sana pianta prima che provveda essa stessa ad autodistruggersi.