Serve meno burocrazia nelle procedure autorizzative per gli impianti eolici di grandi dimensioni per i quali serve il parere del ministero e non solo quello della Regione. Ed ancora: i profitti che lo Stato incassa devono tornare ai comuni che ospitano gli impianti.
Sono solo alcuni dei temi e spunti di riflessione emersi questa mattina a san Marco dei Cavoti, centro del Fortore sannita che ha ospitato la presentazione del dossier “Qual buon vento” la fotografia dell'eolico in Campania, regione virtuosa e che ormai da trent'anni grazie alla produzione di energia eolica sta donando un contributo importante per contrastare l'inquinamento.
Regione che, grazie anche ad un Ufficio speciale, voluto dal presidente De Luca per contrastare i lunghi tempi della burocrazia, è ormai diventata un esempio virtuoso imitata in Italia.
Terza Edizione del Forum Eolico, che si è svolto a San Marco dei Cavoti con il Patrocinio di ANEV, Cesvo Lab e del Comune di San Marco dei Cavoti con al centro anche il repowering degli impianti, ossia la sostituzione dei vecchi aerogeneratori con nuovi di ultima generazione e un beneficio per i territori enorme visto che si smontano la maggior parte delle torri e se ne installano in numero molto minore ma che producono più energia.
“La Campania - ha dichiarato Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania - è diventata una Regione faro per lo sviluppo delle energie rinnovabili a partire dall’eolico, un importante modello che ci auguriamo di ritrovare nell’individuazione delle aree idonee regionali in linea con l’egregio lavoro svolto negli ultimi. Il nostro auspicio è che la nuova stagione dell’energia eolica in Campania rafforzi ancora di più il legame con i territori e le comunità”.
“Produciamo energia elettrica pulita – ha rimarcato il numero uno dell'Ivpc, azienda pioniera in Italia per la produzione di energia data dal vento e presidente di Confindustria Benevento, Oreste Vigorito – e creiamo sviluppo e occupazione da almeno un trentennio in un'area dell'entroterra campana che da sempre deve fare i conti con lo spopolamento”.
Ed è proprio grazie all'eolico che “tantissimi giovani di queste aree lavorano con noi ed hanno avuto la possibilità di vivere e crescere i loro figli nella propria terra”.
Particolare rimarcato anche da Zaccaria Spina, presidente della Comunità Montana del Fortore e dal sindaco di San Marco dei Cavoti, Angelo Marino: “Abbiamo creduto nell'eolico che ci ha restituito benefici ambientali ed economici”.
“Ora però serve una nuova normativa per fare in modo che i proventi degli impianti non vadano tutti nelle casse dello Stato ma restino anche ai comuni” il monito di Spina.
Fondamentale resta la sburocratizzazione degli iter. Meno passaggi per una maggiore efficienza per i territori e per le imprese che per presentare nuovi progetti devono affrontare costi enormi ed iter ripetitivi come nel caso di impianti superiori a 30 megawatt per i quali è prevista una procedura di VIA (Valutazione impatto ambientale) statale che rilascia il Ministero, per poi essere nuovamente valutato in Regione che invece può autorizzare direttamente gli impianti inferiori ai 30 Mw.
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