Benevento

Ci sono cose che possono essere aggiustate aggirando l'ostacolo, altre che devono essere affrontate di petto, aspettando che entrino nella psiche dei giocatori. Michele Pazienza sta provando a capire quali siano i metodi migliori per ritrovare almeno il Benevento dell'andata. 

Ci sono carenze che fanno parte del dna degli interpreti. Il gioco aereo per esempio. Difficile veder segnare di testa la strega, così come in difesa qualche difficoltà in più viene proprio dal gioco aereo. Ma la risposta di Pazienza è convincente: “Siamo consapevoli tutti che la squadra non abbia grosse capacità realizzative di testa, ma il mio compito è lavorare su quelle che sono le caratteristiche dei giocatori che ho. Il mio dovere è semplicemente sfruttare al meglio le caratteristiche della squadra”. Semplicemente: anche senza cercare per forxza il gioco aereo, si può ugualmente riscire a far bene, giocano palla a terra e facendolo nella migliore maniera possibile.

Più difficile, invece, far entrare nella mente dei giallorossi l'aspetto di doversi “sporcare”. Lo dichiarò senza tema di smentita nel corso della presentazione: “E' la categoria che ce lo chiede”.

E dopo venti giorni, dopo il lungo ritiro, dopo aver parlato ad uno ad uno coi suoi giocatori, ha ammesso che questo è uno degli ostacoli più complicati da superare. “E' il mio pensiero fisso e andiamo a toccare quello che è il mio operato. Purtroppo devo ammettere che ancora non riesco a trasmettere questo concetto, ma il mio obiettivo primario è quello: per fare bene in questa categoria, bisogna calarsi ancora di più in essa. E' un obiettivo a cui penso ogni giorno, ogni ora”. La praticità è una caratteristica che può appartenere a qualsiasi giocatore: chi non sa utilizzarla può imparare. Con l'applicazione, con la determinazione e la voglia di ottenere sempre il massimo.