Benevento

Ottava partita senza vincere, una sconfitta all'esordio e poi appena tre pareggi per Michele Pazienza. Il volto dell'allenatore pugliese tradisce la sua delusione per questa partita col Sorrento: “Dobbiamo prendere atto di quello che c'è stato, dobbiamo lavorare di più e meglio, altrimenti non se ne esce fuori”. L'esclusione di Oukhadda dalla fascia destra e l'ultilizzo in quel ruolo di capitan Berra ha fatto discutere: “Voglio dare maggiori certezze alla zona nevralgica del campo, serve filtro sulle linee di passaggio e sulle seconde palle. Quando parlo di mettere più protezione alla difesa mi riferisco alla mediana. Berra nel ruolo di esterno destro mi dà fisicità, e poi la sua leadership gli viene riconosciuta dai compagni. Abbiamo bisogno di questi giocatori, anche a livello caratteriale e umano”. 

Tutti devono sentirsi titolari: “E' questo il mio compito, devo far avvertire la percezione ai giocatori che possono sempre conquistare una maglia. Ne avevo parlato anche con Starita, che è sempre propositivo, e da un buon apporto alla squadra. Ora sta cercando di mettere minutaggio nelle gare. Mi aspetto questo da tutti quei giocatori che hanno la possibilità di entrare. Quelli che entrano all'inizio devono sapere che tutti devono dare il massimo, anche chi entra per un solo minuto. Se entriamo in questa ottica tutti daremo il nostro contributo. Con Starita siamo riusciti ad avere molta più profondità, poi loro hanno aggiunto un altro difensore e per noi sono aumentate le difficoltà”.

Sul finire qualcosa è cambiato anche dal punto di vista tattico: “Ho cercato di essere meno prevedibile, centrocampo a due e mettendo Manconi sottopunta, dietro Starita. Nella prima parte della gara passavamo quasi sempre per Lamesta perchè lui sa puntare l'uomo. Negli ultimi 25 metri avevamo bisogno di una giocata individuale”.

La squadra continua ad essere “accademica” e poco concreta: “Si fa a fatica a tirare nonostante si arrivi spesso a 10-12 metri dalla porta. Questo mi fa arrabbiare, perchè arrivati lì bisogna calciare. Certo una squadra come il Sorrento aveva delle difficoltà, ma ha chiuso tutte le linee di passaggio, il nostro obiettivo era di muovere il più velocemente il pallone. Qualche volta bbiamo sbagliato, altre volte non abbiamo neanche tirato. Ma era difficile trovare gli spazi per far male agli avversari”.