Napoli

A distanza di quasi 24 ore dalla scossa di terremoto di magnitudo 4.4 che ha colpito la zona dei Campi Flegrei nella notte tra il 12 e il 13 marzo, molti residenti di Bagnoli, quartiere dell'area occidentale di Napoli, sono costretti a trascorrere una seconda notte in strada. La situazione è caratterizzata da incertezze e lunghe attese per le verifiche di stabilità degli edifici privati, con poche informazioni e in alcuni casi anche errate.

La scossa, la più forte registrata negli ultimi quarant'anni, ha causato danni a diversi edifici, portando al parziale sgombero di alcune abitazioni. Le prime dieci famiglie sono state evacuate ieri sera a seguito delle verifiche effettuate dai vigili del fuoco e dalla protezione civile, ma molte altre persone sono rimaste senza un posto sicuro dove andare. Alcuni sono stati ospitati da parenti e amici, mentre altri hanno dormito nelle auto, senza informazioni precise su dove trovare un alloggio temporaneo.

Nonostante le richieste di chiarimenti, le persone non hanno ricevuto indicazioni concrete dalle autorità competenti. Alcuni residenti si sono recati presso la presunta postazione di censimento degli sfollati, situata presso l'ex base Nato, ma non l'hanno trovata. Inoltre, il numero verde per le emergenze non è ancora attivo e le informazioni sulle aree di accoglienza sono confuse: alcuni riferiscono che esiste una zona attrezzata nei pressi dello stadio Maradona, ma altre fonti parlano di via Acate, dove sono disponibili solo poche brandine.

L'incertezza regna anche tra gli abitanti delle zone più danneggiate di Bagnoli, dove l'attesa è accompagnata dalla preoccupazione per lo stato di stabilità degli appartamenti. La situazione resta tesa, con molti residenti che chiedono risposte concrete dalle autorità locali.