Bari si riconferma la città col clima più vivibile d’Italia, mantenendo il primato nell’Indice del clima del Sole 24 Ore. Il capoluogo pugliese, già in testa nel 2023, supera Barletta-Andria-Trani (seconda) e Pescara (terza), in una top 10 che vede il Mezzogiorno dominare con sei posizioni. La classifica, basata su 15 indicatori meteo aggiornati al decennio 2014-2024, premia località costiere e penalizza le aree interne, con sorprese come Trieste unico rappresentante del Nord tra i primi dieci.
Il Sud fa il pieno, le grandi città arrancano
La Puglia guidata da Bari si aggiudica il titolo di regione col clima più equilibrato, grazie a un mix di soleggiamento, brezze marine e temperature miti. Enna svetta nell’indice di calore, mentre Chieti e Catanzaro completano il blocco meridionale in top 10. Trieste, unica eccezione settentrionale, deve il suo ingresso alla brezza estiva, ma è fanalino di coda per ventosità.
In Campania è Napoli la regina del bel clima al 28esimo posto. Salerno scende al 39esimo posto, Avellino al 59esimo posto, Benevento quasi in coda al 99esimo posto e Caserta che chiude la classifica nazionale e regionale al 107esimo posto.
Le metropoli italiane lottano invece con criticità climatiche: Milano (77ª), Firenze (78ª) e Bologna (74ª) si piazzano nella seconda metà della graduatoria, soffocate da caldo estivo e scarsa ventilazione. Roma (47ª) e Napoli (28ª) resistono meglio, mentre Venezia (15ª) brilla per assenza di picchi di calore (soli 0,4 giorni annui sopra i 35°C).
I record negativi: da Terni a Belluno
Se Agrigento è la regina del sole (9,2 ore medie giornaliere), Belluno detiene diversi primati poco invidiabili: maggior giorni freddi (20,5 l’anno), umidità fuori controllo (260 giorni scomodi) e sole ridotto (6,7 ore). Terni, penultima in classifica generale, è invece la capitale del caldo torrido (45,5 giorni oltre i 35°C), mentre Caserta chiude la lista, preceduta da città emiliane e piemontesi.
Le novità dell’edizione 2024 – come l’introduzione di parametri su siccità e notti tropicali – hanno ridisegnato la mappa: Imperia, prima nel 2019, crolla al 17° posto, mentre Ancona e Torino si contendono il titolo di città con l’aria più stagnante.
Clima e qualità della vita: il peso dei dati
La classifica, elaborata incrociando dati estrapolati di 3bmeteo, assegna punteggi da 1.000 (migliore) a 0 (peggiore) per ogni parametro. Il risultato è una fotografia nitida del legame tra geografia e benessere: le coste Adriatica e Tirrenica offrono stabilità, mentre l’entroterra paga escursioni termiche e minor ventilazione. Con l’aumento degli eventi estremi, l’Indice del clima non è più solo una curiosità statistica, ma uno strumento per valutare dove vivere (o investire).