"È gravissimo quanto sta accadendo al consiglio regionale della Campania. Con una circolare firmata dal presidente Gennaro Oliviero, si è deciso di sospendere non solo la comunicazione istituzionale – come previsto dalla normativa – ma addirittura ogni attività di discussione democratica, bloccando question time, audizioni e perfino i lavori delle Commissioni."
Lo denuncia con fermezza la consigliera indipendente Marì Muscarà, che sottolinea: "Questa misura è sproporzionata e lesiva delle prerogative dei consiglieri, soprattutto di quelli di opposizione. È un vero e proprio bavaglio che paralizza il lavoro consiliare senza alcuna giustificazione valida."
La normativa richiamata dal presidente Oliviero - l’articolo 9 della Legge 28/2000 - impone alle pubbliche amministrazioni di sospendere la comunicazione che possa in qualche modo influenzare il voto, ma non vieta né limita il normale svolgimento delle attività istituzionali. L’Agcom, con la recente Delibera n. 102/25, ha precisato che il divieto riguarda esclusivamente "le attività di comunicazione istituzionale connesse, anche indirettamente, alle tematiche referendarie", non certo l’intera vita democratica delle istituzioni. "È un atto di censura gravissimo," prosegue Muscarà, "che si aggiunge all'autocensura già diffusa nei lavori del Consiglio. Limitare il dibattito su temi cruciali come ambiente e sanità con la scusa della campagna referendaria rappresenta una forzatura inaccettabile, uno stravolgimento delle regole basilari della democrazia."
La consigliera invita anche gli altri colleghi a non restare in silenzio: "Mi auguro che da tutte le forze politiche arrivi una ferma condanna a questo provvedimento. La democrazia si basa sul confronto, non sul silenzio imposto. Sospendere attività istituzionali fondamentali significa indebolire le istituzioni e sottrarre ai cittadini il diritto a un dibattito libero e trasparente. La difesa delle regole non può trasformarsi nella soppressione del dibattito.
Chiedo che si revochi immediatamente questa sospensione generalizzata, rispettando davvero le indicazioni dell’Agcom e il principio democratico su cui dovrebbe fondarsi l'attività del consiglio regionale."