Il nervosismo nel cuore della sfida con lo Spezia non è passato inosservata. La delusione per la testata nel primo tempo a fil di palo sull’assist al bacio di Amatucci la fotografia di un momento personale e di squadra complicato. La Salernitana si aggrappa ad Alberto Cerri e viceversa. Troppo importante per la squadra granata ritrovare i gol del suo panzer. Troppo prezioso per il centravanti di Parma avere il supporto e la fiducia di un gruppo che si è sempre stretto a lui e che ora, proprio al calciatore di proprietà del Como, chiede le giocate per tirarsi fuori dalla zona rossa di classifica.
La partenza lampo, poi il digiuno
Il debutto all’Arechi dello scorso 12 gennaio sembra una vita fa: Salernitana-Sassuolo, prima in maglia granata e subito gol. “Questa è una squadra che può fare tutt’altro campionato”. La doppietta con la Reggiana appena sei giorni dopo, con il rigore calciato al 100esimo, “con tutta Salerno sulle spalle”, il marchio sul suo apporto da top-player. Poi però le prime difficoltà: il rigore sbagliato con la Cremonese ma cancellato dalla zampata di Raimondo. Quello pesantissimo invece fallito a Cesena. Dal possibile 0-1 al 2-0 finale. Lì Cerri si è incupito, ha perso fiducia e ora cerca affannosamente un gol che manca da tre mesi.
Il momento no
I segni della fatica, un minutaggio da titolarissimo a presentare il conto dopo sei mesi in chiaroscuro con il Como. La volontà di dare il suo apporto unita alla necessità per Breda prima e per Marino poi di essere un riferimento offensivo per la Salernitana. Il tecnico siciliano ne ha dosato forze e minutaggio, con le staffette ripetute con Cosenza e Spezia segnale anche del momento difficile per il numero 90. Con il Mantova sarà ancora lui il riferimento offensivo. Mentre le dirette concorrenti si poggiano sulle giocate dei propri riferimenti in attacco, la Salernitana gli chiede quello per cui lo ha scelto nel mercato di gennaio: i gol salvezza.