Via libera all'invasione

Israele è pronto a un’azione militare su larga scala contro Hamas nella Striscia di Gaza. Il governo di Benjamin Netanyahu ha approvato il piano denominato "Carri di Gideon", con l’obiettivo di sconfiggere il movimento islamista palestinese e ottenere la liberazione degli ostaggi. Il premier ha chiarito che le operazioni seguiranno le raccomandazioni del capo di Stato maggiore Eyal Zamir e comporteranno una presenza militare stabile nei territori conquistati. Secondo il piano, le truppe israeliane non si ritireranno nemmeno in caso di accordo sugli ostaggi.


La crisi umanitaria nella Striscia

A Gaza la situazione umanitaria continua a peggiorare. L’accesso agli aiuti è stato bloccato da settimane e solo una piccola parte di forniture è stata autorizzata in aree sotto controllo israeliano. Le fonti mediche locali parlano di bambini, anziani e malati allo stremo, senza cibo né acqua. Il direttore della rete delle ONG palestinesi ha denunciato che un sacco di farina al mercato nero costa 350 dollari e ha previsto centinaia di morti nei prossimi giorni per fame e sete.


La questione degli aiuti e le accuse di Hamas

Il governo israeliano ha previsto un corridoio umanitario a Rafah, ma con controlli rigorosi per evitare che le forniture finiscano a Hamas. Il movimento islamista accusa Tel Aviv di usare gli aiuti come strumento di pressione politica e di estendere la propria strategia di "fame e distrazione". Hamas chiede che i beni essenziali siano distribuiti da enti indipendenti, sotto supervisione ONU, senza interferenze militari.


Smotrich e Ben Gvir: nessun compromesso

Tra le voci più dure nel governo israeliano emergono quelle dei ministri Bezalel Smotrich e Itamar Ben Gvir. Il primo ha espressamente affermato che non ci sarà alcuna ritirata dalla Striscia e che l’occupazione è necessaria per impedire un nuovo 7 ottobre. Il secondo ha dichiarato che l’unico tipo di aiuto da autorizzare è quello destinato a favorire la "migrazione volontaria" dei palestinesi, sostenendo che, finché ci saranno ostaggi, la popolazione nemica non debba ricevere né cibo né elettricità.


L'attesa per la visita di Trump

La pressione su Hamas potrebbe culminare entro metà maggio: secondo fonti della difesa israeliana, se non verrà raggiunto un accordo sugli ostaggi entro la visita di Donald Trump in Medio Oriente, partirà un’offensiva totale. L’ex presidente USA sarà in Arabia Saudita, Qatar ed Emirati Arabi Uniti tra il 13 e il 16 maggio. Israele, in attesa, si prepara a un’azione che mira al completo annientamento delle capacità militari e di governo di Hamas, con evacuazioni forzate della popolazione dalle zone di combattimento.