Salerno

Musi lunghi, volti tirati. Nessuna voglia di parlare. Solo la rabbia da far schiumare dopo 90’ da brividi di paura per quello che sarà. Nemmeno la presenza di Danilo Iervolino serve per scuotere la Salernitana. A Marassi, si interrompe anche la sua striscia positiva di quattro vittorie e due pareggi inanellata tra le presenze all’Arechi e la partita vista al Rigamonti di Brescia. Nel momento topico della stagione, la sua Salernitana si scioglie, dice addio alla possibilità di potersi salvare direttamente (ci sarebbe ancora una possibilità fa rima con il fantalcio) e ora deve vincere a Cittadella e sperare. Negli occhi del patron però, scuro in volto quando abbandona Marassi, non c’è voglia di rilasciare dichiarazioni nemmeno al presidente Roberto Busso, all'ad Maurizio Milan al suo fianco. Tante le riflessioni che ora si aprono sul presente e sul futuro sportivo della Salernitana, con lo storico doppio salto all’indietro che sarebbe una mortificazione senza precedenti.

Incomiabile il tifo granata

Cantano invece i 1800 tifosi della Bersagliera incessantemente, anche dopo il triplice fischio finale. La squadra si ferma a metà strada, quasi mortificata, impietrita come per tutti i 96’ di uno scontro diretto fallito miseramente. Gli applausi non arrivano, bensì ci sono le lacrime di qualche giovane tifoso. Lo scenario è sportivamente apocalittico: ci sono 90’ per sperare ma il destino questa volta sembra segnato. A Cittadella ci sarà ancora un esodo, disperato, fatto di amore all’ennesima potenza. Oltre 900 tagliandi venduti per uno scontro diretto vitale. Il popolo granata non retrocede.