Magari qualcuno, prima o poi, sveglierà la Nargi e le farà capire che fare il sindaco non è guardarsi da Gianluca Festa, o pensare agli sgambetti da fargli. Magari qualcuno un giorno le spiegherà che un sindaco si occupa dei più deboli e non degli affari che deve portare a termine l'amico costruttore. Ad Avellino il servizio mensa per le scuole dell’infanzia e primarie si conferma il più costoso della Campania. I dati diffusi da Cittadinanzattiva nella sua ottava indagine nazionale indicano un costo di 4,55 euro per pasto, pari a 91 euro mensili e 819 euro annui. Una cifra che supera la media nazionale, fissata a 85 euro al mese. Una spesa pesante per molte famiglie, considerando che si riferisce a un nucleo con reddito lordo annuo di 44.200 euro e Isee di 19.900 euro.
Il confronto regionale
Nel confronto con le altre province campane, Avellino stacca nettamente. Napoli risulta la città più economica con 3,80 euro per pasto, seguita da Benevento (4 euro), Caserta (4,30 euro) e Salerno (4,50 euro). La media campana si attesta così sui 4,23 euro giornalieri, per una spesa mensile di 85 euro. Al vertice della classifica nazionale c’è l’Emilia Romagna, con 108 euro mensili, mentre la Sardegna si conferma la regione più economica con 61 euro per l’infanzia.
Strutture e diseguaglianze
Il report evidenzia anche le disparità strutturali. In Campania solo il 15,6% degli edifici scolastici è dotato di mensa, contro il 41,2% del Centro e il 43,1% del Nord. Un divario che penalizza le famiglie del Sud e rende disomogenea l’offerta del servizio su scala nazionale. A incidere sul costo finale ci sono anche le scelte alimentari, la qualità dei prodotti e l’organizzazione territoriale.
Gli investimenti del Pnrr
In Campania, grazie ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, sono stati finanziati 127 interventi: 52 nuove mense, 18 ampliamenti, 7 demolizioni e ricostruzioni, 25 manutenzioni straordinarie, una nuova fornitura e 21 progetti di recupero. Soltanto 3 sono stati invece i casi di riqualificazione e messa in sicurezza.
Le proposte dell’associazione
Cittadinanzattiva sollecita l’apertura di un tavolo permanente per la ristorazione scolastica, per affrontare con urgenza temi quali qualità delle derrate alimentari, trasparenza nella filiera di approvvigionamento, revisione del sistema degli appalti, allargamento delle fasce di esenzione e omogeneizzazione delle tariffe per aree territoriali. L’associazione richiama infine l’attenzione sull’importanza dell’educazione alimentare, auspicando un incremento dei programmi bio e della distribuzione di frutta e verdura nelle scuole.