Benevento

E' un'inchiesta dei carabinieri che riguarda la provincia di Caserta e quella di Benevento e, per la presenza di indagati, anche quella irpina. La dirige la Dda di Napoli, che ne ha disvelato il contenuto dopo la proposta di misure cautelari – carcere e domiciliari- avanzata per oltre trenta persone, la metà delle quali destinatarie di una richiesta di interrogatorio preventivo.

Appuntamenti dinanzi al Gip del Tribunale di Napoli agli inizi della prossima settimana, per rispondere o meno sui fatti contestati, racchiusi nelle ipotesi di reato, a vario titolo, di associazione per delinquere camorristica, corruzione, turbativa d'asta e riciclaggio.

I fatti contestati

Secondo le prime ricostruzioni, nel mirino degli inquirenti sarebbero finiti i rapporti tra imprenditori, amministratori, esponenti politici, intermediari e personaggi ritenuti legati ad alcuni clan: una presunta rete che si sarebbe occupata di condizionare l'aggiudicazione di appalti pubblici: da quelli per la raccolta dei rifiuti in centri casertani e sanniti a quelli, delle Asl, per la disinfestazione.

Un 'giro', quello prospettato dall'attività investigativa, supportata da intercettazioni, anche ambientali, che sarebbe stato alimentato a colpi di presunte 'mazzette' e di regali particlarmente costosi che in qualche caso sarebbero stati restituiti al mittente.

Un quadro che ha indotto il Pm a chiedere una serie di misure cautelari sulle quali il Gip si pronuncerà dopo aver ascoltato, se non si avvarrano della facoltà di non rispondere, gli indagati.