Napoli

La giornata di oggi sarà ricordato come una giornata di mobilitazione nazionale per la sanità privata accreditata. In tutte le regioni italiane, lavoratrici e lavoratori del settore scendono in piazza per chiedere rispetto, diritti e il rinnovo dei contratti collettivi, bloccati da troppi anni

Sono oltre 200 mila gli operatori sanitari coinvolti, che lavorano quotidianamente nelle strutture private accreditate: cliniche, RSA, centri di riabilitazione e ospedali convenzionati. Il loro slogan è chiaro: “Non siamo lavoratori di serie B”.

Contratti bloccati da anni: il cuore della protesta

Le rivendicazioni sono precise. I lavoratori chiedono: il rinnovo del contratto nazionale Aiop e Aris, fermo da 6 anni; il rinnovo del contratto unico delle RSA, bloccato da ben 13 anni.

Ancora adeguamenti salariali in linea con il costo della vita; tutele aggiornate e riconoscimento del loro ruolo fondamentale nella sanità.

Nonostante l’impegno quotidiano, migliaia di operatori restano con contratti vecchi, salari inadeguati e scarse garanzie.

Napoli al centro della mobilitazione: manifestazione da Piazza Plebiscito a Palazzo Santa Lucia

In Campania, la protesta assume un tono particolarmente forte. Sono oltre 8.000 i lavoratori impiegati nel settore, in attesa da anni di una svolta contrattuale.

Il corteo principale si è mosso da Piazza Plebiscito fino a Palazzo Santa Lucia, sede della Regione Campania, per chiedere al Presidente De Luca un intervento concreto. I sindacati denunciano che quando la Regione è intervenuta, lo ha fatto spesso a discapito dei lavoratori, aggravando il senso di abbandono.

Fondi per la rappresentanza, ma non per i contratti

Le organizzazioni sindacali denunciano una contraddizione evidente: si trovano fondi per viaggi istituzionali all’estero, come l’incontro della rappresentanza datoriale sotto il Partenone, ma non per garantire salari equi e contratti dignitosi a chi ogni giorno cura i cittadini italiani.

La distanza tra lavoratori e rappresentanze datoriali è ormai insostenibile. Aiop e Aris devono tornare al tavolo delle trattative per trovare soluzioni concrete.

Rispetto, diritti e riconoscimento: la richiesta è chiara

La protesta del 22 maggio non è solo uno sciopero: è un grido collettivo per chiedere il riconoscimento di un lavoro essenziale. Lavoratrici e lavoratori della sanità privata hanno affrontato pandemie, carenze di personale e turni massacranti, ma ancora oggi non vedono riconosciuti i propri diritti.

La mobilitazione continua

La mobilitazione della sanità privata accreditata segna un punto di svolta. Le lavoratrici e i lavoratori non chiedono privilegi, ma diritti fondamentali: un contratto, uno stipendio adeguato, dignità professionale.