Il nodo del decreto. Il Colle chiede lo stralcio, il Governo obbedisce. Il Quirinale ha chiesto la rimozione di una norma inserita nel decreto Infrastrutture che avrebbe introdotto una procedura speciale per i controlli antimafia nei lavori del Ponte sullo Stretto. L’intervento era stato voluto dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e dal titolare del Viminale Matteo Piantedosi. Tuttavia, secondo la Presidenza della Repubblica, la normativa vigente già assicura controlli stringenti per opere strategiche come quella del Ponte di Messina. Inoltre, la procedura proposta risultava meno severa rispetto alle regole ordinarie e prevedeva deroghe non consentite per legge.

La reazione della Lega

Salvini insiste: "Trasparenza e rigore, ma ci penserà il Parlamento"

Il testo finale pubblicato in Gazzetta ufficiale non contiene la norma incriminata, accogliendo così le richieste del Quirinale. Nonostante ciò, il vicepremier Salvini ha annunciato l’intenzione di riproporre l’integrazione durante l’iter parlamentare di conversione del decreto. Secondo il leader leghista, l’obiettivo resta quello di aumentare i poteri del Viminale e delle prefetture per impedire infiltrazioni mafiose nei cantieri.

La posizione del Mit e dei parlamentari leghisti

La Lega rilancia: "Linea dura contro le mafie, nessun passo indietro"

In un comunicato, il ministero delle Infrastrutture ha sottolineato che il decreto è pienamente in vigore e ha espresso l’auspicio che il Parlamento valuti l'opportunità di integrare la norma. Anche i deputati della Lega hanno ribadito l’intenzione di portare avanti una linea rigorosa per garantire legalità assoluta attorno al progetto del Ponte.

Le reazioni delle opposizioni

Faraone e Bonelli: "Salvini pronto a tutto". Il Pd chiama in causa Meloni

L’opposizione ha duramente criticato le mosse della Lega. Davide Faraone (Italia Viva) ha accusato Salvini di essere disposto a qualsiasi compromesso pur di vedere realizzata l’opera. Angelo Bonelli (Verdi) ha parlato di un tentativo di indebolire le tutele antimafia. Chiara Braga (Pd) ha chiesto un intervento della premier Meloni per difendere il ruolo istituzionale del Capo dello Stato.