Il terrorismo nero ha fatto danni incalcolabili. Intervenendo alla Scuola di formazione politica dedicata a Piersanti Mattarella, Chiara Colosimo, presidente della Commissione parlamentare Antimafia, ha ribadito la necessità di riconoscere il ruolo devastante del terrorismo neofascista nella storia d’Italia. Un’affermazione significativa, soprattutto alla luce della sua appartenenza a Fratelli d’Italia. Ha sottolineato come sia fondamentale, per chiunque, «avere il coraggio di chiamare le cose con il loro nome».

Una lettura storica chiara

Massoneria, eversione e imprenditoria: l’alleanza del male in Sicilia

Colosimo ha ricostruito il contesto storico degli anni di piombo, ricordando come in Sicilia si fosse creata un’alleanza trasversale tra poteri occulti e criminali: massoneria, eversione nera e imprenditoria collusa. Questo patto ha contribuito a destabilizzare il Paese e a colpire le istituzioni. Ha definito «inaccettabile» il tentativo di rimuovere questa verità storica, affermando che «la strage di Bologna ne è una conseguenza diretta».

Le responsabilità penali

Su Fioravanti e la strage di Bologna: “Quando c’è una sentenza, c’è una sentenza”

Tornando sul caso di Valerio Fioravanti, ex Nar condannato per la strage del 2 agosto 1980, Colosimo ha chiarito che non è possibile sminuire ruoli e responsabilità già accertati dalla magistratura. Ha rimarcato che chi ha creduto e continua a credere nell’eversione sta dalla parte sbagliata della storia, senza ambiguità.

Il caso della foto

“Quella foto con Ciavardini fu un errore. Non lo assolverò mai”

Sollecitata dal giornalista Paolo Borrometi, Colosimo ha affrontato la questione dello scatto fotografico che la ritrae con Luigi Ciavardini, altro ex Nar coinvolto nella strage di Bologna. Ha ribadito le sue scuse a chi si è sentito ferito, spiegando che l’incontro avvenne in carcere, in un contesto di reinserimento sociale. Non si trattò, ha specificato, di un gesto di condivisione ideologica o di riabilitazione politica. «I detenuti devono avere una possibilità, ma questo non significa dimenticare», ha concluso.