Napoli

Durante la presentazione della relazione annuale 2024, il direttore della Direzione Investigativa Antimafia (DIA), Michele Carbone, ha lanciato un forte allarme: a Napoli si sta verificando un preoccupante aumento della violenza urbana con armi da fuoco, soprattutto tra i giovanissimi.

Nel solo 2024, sono stati registrati a Napoli: 13 omicidi e 49 ferimenti riconducibili a dinamiche camorristiche o bande giovanili affiliate. 

Baby gang e minori armati: un fenomeno esplosivo

Secondo Carbone, uno degli aspetti più inquietanti riguarda il coinvolgimento diretto dei minori in episodi di sangue, spesso come esecutori materiali. Le cosiddette "baby gang", formate da ragazzi minorenni e neomaggiorenni, operano con metodi violenti e spietati.

Questi gruppi giovanili, agiscono in contesti sociali marginali e disagiati, inoltre sono coinvolti in rapine, agguati e omicidi, manifestano una precoce familiarità con l’uso delle armi da fuoco.

Il caso emblematico di Santo Romano: ucciso per una pedata

La relazione DIA ha citato il tragico caso di Santo Romano, ucciso il 2 novembre 2024 a San Sebastiano al Vesuvio. Il giovane è stato colpito a morte da un coetaneo armato, a seguito di una lite per futili motivi – una pedata su una scarpa di valore.

Secondo le indagini, l’autore dello sparo era un minore del quartiere Barra, ha ferito due persone, di cui una è deceduta, aveva con sé un’arma da fuoco carica, utilizzata senza esitazioni.

Per la DIA, questo episodio rappresenta un caso simbolico della militarizzazione precoce in alcuni ambienti giovanili controllati dalla criminalità organizzata.

Un sistema criminale che recluta sempre più giovani

Il reclutamento dei minorenni da parte dei clan camorristici è ormai un dato strutturale. I giovanissimi vengono coinvolti come vedette, corrieri, pusher, e infine come sicari, in un’escalation di ruoli e violenza.

Il direttore Carbone ha evidenziato che il fenomeno non è più marginale, ma diffuso in modo capillare in diversi quartieri della città, come: Barra; Ponticelli; Secondigliano e Scampia.

Serve un intervento urgente e multilivello

L’allarme della DIA chiama in causa istituzioni, scuola, famiglia e servizi sociali. Solo un intervento integrato potrà arginare la deriva violenta delle nuove generazioni nelle aree a rischio.

“Non possiamo tollerare che i nostri quartieri diventino campi di battaglia tra adolescenti armati”, ha concluso Carbone.