La bomba c'è. Il patto è stato stretto. Ecco perché Laura Nargi e Gianluca Festa non possono dirsi addio. Nonostante tanti, nel centro sinistra, si erano illusi di poter tornare protagonisti. Vox populi, vox dei. Ettore Iacovacci, si dice, appunto, già si vedeva nuovo presidente del Consiglio comunale, sostituendo Ugo Maggio, festiano di lungo corso. Tra i si dice è spuntato persino Luca Cipriano, convinto d'essersi ripreso l'assessorato e, come un Tortora in sedicesimo, ripartire da dove ...“eravamo rimasti”. Maurizio Petracca aveva incontrato l'ex amico Livio Petitto e insieme s'erano scambiati incarichi ed effusioni. La sfiducia? Mettili insieme Rino Genovese, Gubitosa e Pizza del Pd: ottieni "Foglie al vento" di Aki Kaurismäki. La chiave di volta è un numero.
La madre di tutte le delibere e il lavoro da finire
La proposta di deliberazione della giunta comunale 153/2025 è l'orizzonte nel quale tutto si agita e tutto si decide. Pensate. Tutti guardavano l'indice che puntava allo stadio Partenio, al grande business dell'acquisto per pochi spiccioli di un'area enorme all'interno della città. Tutti pensavano all'illusionismo, l'ennesimo, del risultato calcistico per giustificare l'entrata a gamba tesa nelle maglie delle cose pubbliche. Sciocchezze. O meglio, cose piccole piccole. Finte marce indietro, scemenze.
Il Partenio? Appena una briciola dell'intera torta
Giuseppe Negrone, come assessore alle politiche energetiche e alla tutela ambientale, ha già ottenuto il parere favorevole del dirigente Fausto Mauriello e del “dovuto” parere positivo della Ragioneria. Le maglie molto larghe di una legge regionale aperta all'ingresso dei privati e alla creazione di sub-ambiti per la gestione dei rifiuti ha reso tutto possibile. L'obiettivo è lo Stir, o meglio, la gestione di un impianto che, ricadente all'interno del territorio di Avellino, può essere affidato alla gestione di una partecipata comunale. Toh, c'è la Grande...
Niente, da sottolineare a chiare lettere, niente di illegale
Più o meno, la raccolta di 120 amministrazioni comunali nelle mani di chi può decidere del destino dei conferimenti, lasciando nel mistero gli investimenti per un servizio che è secondo soltanto a un altro elemento vitale per ogni comunità: il consumo idropotabile. Gli emungimenti dalle fonti. E anche per quello, in Irpinia, c'è chi ha lavorato a distruggere. Subito viene da chiedersi, senza malizie e senza giungere a conclusioni affrettate, perché certe figure, dall'Alto Calore, sono spuntate anche ai vertici della Grande. Magari il Procuratore di Avellino ha qualche altra freccia da scoccare nel proprio arco?
Lo Stir e 120 amministrazioni comunali tra le mani
Irpiniambiente? A un passo dal diventare un dettaglio. L'Ato nelle mani del sindaco di Mercogliano? Beh, decidete voi. “La Grande costa alla città di Avellino 13 milioni di euro all'anno”, spiega Amalio Santoro, leader del gruppo “Si può – Centro sinistra”, che oggi terrà una conferenza stampa per alligata et probata, “nonostante svolga compiti minori rispetto a quelli previsti dal contratto che la città aveva con IrpiniaAmbiente. Le compostiere, ad esempio, non se ne sente più parlare, ma chi ha memoria storica della città non le dimentica. C'è tanta altra e preoccupantissima improvvisazione politica”, dice sconsolato Santoro.
A Festa solo 4 assessori. Chi salta, chi entra... di nuovo
L'accordo? Meno assessori a Festa, quattro dei sette che deteneva, perché ci sono altri equilibri da salvaguardare. Uscirebbe di scena l'onnipresente assessore Tonino Genovese: le carte sequestrate dalla Procura sui condoni aprono scenari politicamente scomodi. La “dolce vita”, l'inchiesta a un passo dal chiudersi, è molto più che un bruscolino negli occhi. Festa e Nargi legati l'uno all'altra, nonostante tutto, nonostante liti, veti incrociati, persino teste da far cadere perché non allineate al pensiero unico, dominante. Chiedete alla Caritas.
Se Santoli è come un Marchionne, Giacobbe...
Quindi? Nargi ha giocato tutti. Magari accontenterà l'onnipossibile e sempre disponibile Geppino Giacobbe e altre figure della terra di mezzo. Gente che all'appuntamento con l'approvazione del consuntivo potrebbero (condizionale, poi la verità la raccontano gli storici) non farsi molte domande rispetto al milione di “consulenze” appostato in bilancio (saranno mica i content creator dei mille selfie e reel che entrambi publicano sui social?) o di fronte ai 4,5 milioni di euro sotto la voce “spese varie” e null'altro per farsi una idea precisa.
Le braci di un Pd, partito mai nato
Resta un Pd sconcertante, padre putativo del fenomeno Festa, vissuto e cresciuto grazie alle contraddizioni e alle logiche spartitorie interne a un partito che in questa provincia non è mai nato. E a capipopolo spacciati come politici. Pensate, nell'incredibile gioco del trono di scope mandato in scena, la Nargi tra nomine in giunta e dimissioni telecomandate, ha di fatto mandato a casa molti dei più votati dai cittadini. Altro che Alice nel paese delle meraviglie. Ricordate il marchese del Grillo? “Io sono io e voi non siete...”.