La richiesta della Procura generale. La Procura generale di Milano, rappresentata dalla procuratrice Francesca Nanni e dalla sostituta Valeria Marino, ha presentato ricorso in Cassazione per chiedere la revoca della semilibertà concessa ad Alberto Stasi. Il motivo del ricorso è legato all'intervista rilasciata da Stasi al programma televisivo "Le Iene" il 22 marzo 2025, andata in onda il 30 marzo, durante un permesso premio concesso per motivi familiari. Secondo la Procura, Stasi avrebbe dovuto richiedere un'autorizzazione specifica per rilasciare l'intervista, considerandola una violazione delle prescrizioni.

La posizione del Tribunale di Sorveglianza

Il Tribunale di Sorveglianza di Milano, nel concedere la semilibertà l'11 aprile 2025, aveva valutato positivamente il comportamento carcerario di Stasi. Secondo i giudici, l'intervista non costituiva una violazione delle prescrizioni, in quanto il permesso premio non imponeva un divieto espresso di avere rapporti con i giornalisti. Inoltre, il tenore pacato delle dichiarazioni di Stasi è stato considerato coerente con un percorso di reinserimento sociale.

La difesa di Stasi

L'avvocata Giada Bocellari, legale di Alberto Stasi, ha dichiarato che la questione dell'intervista è già stata ampiamente chiarita sia dal carcere di Bollate sia dal Tribunale di Sorveglianza. Secondo la difesa, non vi è stata alcuna violazione delle prescrizioni e, se ci fosse stata, sarebbe stato revocato il lavoro esterno e non la semilibertà. La difesa ritiene che la Procura generale stia perseguendo una linea già paventata in udienza ad aprile.

Prossimi sviluppi

La decisione della Corte di Cassazione potrebbe richiedere alcuni mesi. Nel frattempo, Stasi continua a beneficiare del regime di semilibertà, che gli consente di trascorrere parte della giornata all'esterno del carcere per svolgere attività lavorative o formative, utili al reinserimento nella società. La situazione rimane incerta, in attesa della pronuncia definitiva della Cassazione.