Napoli

In occasione della Giornata Internazionale del Latte indetta dalla Fao un quarto di secolo fa, attivisti e attiviste di Animal Save Napoli e Salerno si sono dati appuntamento ieri in Largo Enrico Berlinguer, nel cuore di una Napoli animata dai turisti del ponte lungo, per dare vita a un Save Square di forte impatto emotivo e informativo.

Lo scopo era chiaro: "Denunciare le gravi conseguenze legate alla produzione e al consumo di latte animale. Un gesto quotidiano che spesso appare innocuo, ma che nasconde una realtà fatta di violenza, separazione, sfruttamento e sofferenza, tanto per gli animali quanto per l’ambiente e la salute umana".

Il flusso costante di persone ha permesso un’interazione intensa e continua. Molti i passanti, anche stranieri, che si sono fermati, incuriositi dai cartelli e colpiti dalle parole pronunciate ad alta voce durante la lettura del discorso:

"Beviamo latte da generazioni. Ce lo insegnano da bambini, ce lo servono a colazione, ce lo propongono come alimento essenziale per crescere forti e sani. Ma ci siamo mai chiesti perché? O meglio: ci siamo mai chiesti se è davvero giusto? Se è davvero necessario? O abbiamo semplicemente smesso di farci domande perché ‘così fan tutti?

L’evento ha mostrato come l’attivismo pacifico possa generare confronto, riflessione e  in alcuni casi  emozioni profonde. Uno dei momenti più toccanti della giornata ha coinvolto una famiglia con due genitori vegani e i loro figli vegetariani.

Mentre l’attivista Pamela dialogava con loro, il figlio più piccolo, colpito dalle immagini dei cuccioli separati dalle mamme mucche, è scoppiato in lacrime, cercando conforto tra le braccia della madre. Una scena carica di tenerezza, che ha commosso i presenti e ha ricordato a noi attivisti e attiviste presenti il motivo più profondo per il quale ogni giorno scendiamo in piazza per dare voce a queste cause ancora troppo spesso ignorate.

Dobbiamo guardarci allo specchio e ammettere che talvolta consumiamo senza consapevolezza, spesso spinta dal marketing, dalla pigrizia, dalla routine. Abbiamo assunto dei comportamenti per abitudine, dato per scontato la sovrabbondanza e preteso l’eccesso come un diritto. Non abbiamo occhi per chi muore di fame. Chi vive sotto le bombe. Chi lotta per trovare un pezzo di pane o un sorso d’acqua pulita.

Il latte che vediamo nei banchi dei supermercati è il frutto di un sistema crudele, che impone alle mucche continue gravidanze, separazioni traumatiche e una morte prematura. Eppure, viene promosso come alimento indispensabile, oscurando la sua vera origine.

L’apparente banalità di una scelta davanti al banco del latte ci viene venduta come un gesto irrilevante. Sappiamo che non è così. Sappiamo come dietro ogni centesimo speso per un cartone di latte si traduca nella sofferenza di altri esseri senzienti, in un presente depredato delle sue risorse, in un futuro invivibile. Così come i vitelli e i cuccioli di ogni altra specie sfruttata dall’industria casearia, anche l? nostr? bambin? hanno davanti un futuro nero.

La produzione di latte è anche tra le principali cause di inquinamento ambientale, con impatti significativi su deforestazione, consumo d’acqua e cambiamento climatico. Esistono alternative vegetali che rispettano la vita animale e sono altrettanto nutrienti, ma sono ancora ignorate o ostacolate dalla disinformazione e dalle abitudini consolidate.

Possiamo raccontarci la favola di sempre: che cibo, arte e il piacere debbano essere neutri, separati, ‘purificati’ dalla politica. Ma la verità è che anche questa è politica. Le nostre scelte hanno un impatto enorme, gesti quotidiani che hanno di fatto la forza di un voto. Possiamo votare quotidianamente, perché ogni acquisto è un supporto a un sistema. Perciò, torniamo alla nostra domanda iniziale: come arriva a noi quel bicchiere di latte?

Il Save Square di Animal Save Napoli e Salerno si chiude con la promessa di continuare, giorno dopo giorno, a fare luce su ciò che viene nascosto, a dare voce agli esseri senzienti di qualsiasi specie, a costruire un mondo più giusto attraverso le scelte quotidiane.

Perché ogni gesto consapevole è un passo verso un futuro diverso. E ogni lacrima, come quella del piccolo in piazza, ci ricorda che l’empatia è il primo seme del cambiamento".