Il Brescia si scioglie, rischia di scomparire dopo 114 anni di storia. Ora il tentativo disperato sarà quello di salvare il titolo ripartendo dalla serie C (contatti in corso con le società Lumezzane, Feralpì Salò e Ospitaletto per dare ancora un ruggito di vita alla Leonessa). La scelta di Massimo Cellino di staccare la spina alla società lombarda, mettendola spalle al muro e rischiando seriamente di farla sprofondare tra i dilettanti senza marchio, colore e denominazione è l’ultimo capitolo di un terremoto della serie B senza precedenti. Oltre 4 milioni servivano per salvare il Brescia. Cellino ha detto “no” e si è sfilato.
L'amarezza granata
Una mossa che renderà quasi inutile il ricorso presentato dalla società lombarda nei giorni scorsi sulla penalizzazione di 4 punti e che ha mandato in tilt la serie B. Un passo falso che mette spalle al muro anche la Salernitana. I granata si affidavano alla battaglia dei lombardi per spingere anche su una possibile serie B a 22 squadre. Anzi alimenta il malumore per la volontà di scendere in campo con il Frosinone immediatamente stoppato però dalla Lega B: si fosse disputato regolarmente il playout con il Frosinone, come sottolineato anche dai legali granata, anche la sconfitta dello spareggio sarebbe stata ripescata in B, ripetendo quanto successo nel 2019 con il Venezia dopo l’esclusione del Palermo.
La strategia granata
Mentre la squadra si focalizza sulla sfida con la Sampdoria del 15 e del 20 giugno. Il club granata ora immagina anche di poter cambiare strategia legale. Il 10 giugno si discuterà del ricorso presentato al Collegio di Garanzia del Coni sulla prima decisione della Lega B di annullare il playout Salernitana-Frosinone e rinviarlo a data da destinarsi. Successivamente, il club immagina di spostare la partita sui banchi del Tribunale federale nazionale e non più al Tar.