Un caffè drogato, un cuscino premuto sul volto e un macabro occultamento in una cassapanca lasciata al sole. È la tragica fine di Antonio Di Gennaro, 72enne insegnante di inglese in pensione, ucciso dai suoi due figli nella loro abitazione a Quarto, nell’area flegrea. Andrea, 34 anni, personal trainer, e Michele, 42, ingegnere biomedico disoccupato, sono stati arrestati ieri dai carabinieri con l’accusa di omicidio premeditato. Il movente? Soldi.
La trappola mortale
Tutto è iniziato martedì mattina, quando Di Gennaro ha lasciato la compagna, Rosaria, 70enne, nella loro casa di Napoli per recarsi dai figli. I due lo hanno attirato in salotto, offrendogli un caffè in cui avevano sciolto un potente sonnifero. Una volta stordito, lo hanno soffocato con un cuscino. Poi, in un gesto di efferata crudeltà, hanno avvolto la testa del cadavere in buste di plastica e lo hanno chiuso in una cassapanca, lasciata sul terrazzino al primo piano del Parco Russolillo, sotto il sole cocente.
L’obiettivo, secondo gli investigatori, era far decomporre rapidamente il corpo per renderlo più leggero e trasportarlo altrove. Ma l’odore nauseabondo ha tradito i due fratelli, allertando i vicini e portando i carabinieri alla macabra scoperta.
La denuncia e il movente
La compagna di Di Gennaro aveva denunciato la scomparsa giovedì sera, dopo due giorni senza sue notizie. I figli le avevano detto che il padre era partito per l’Inghilterra con un’altra donna, ma i militari non ci hanno creduto. Un dettaglio li ha insospettiti: Di Gennaro avrebbe dovuto partecipare a un matrimonio quel giorno e aveva già comprato l’abito.
Sotto pressione, i due hanno confessato. «Lo abbiamo ucciso noi», hanno ammesso, rivelando che il motivo era il denaro. L’uomo, secondo loro, tratteneva sia la sua pensione che quella di reversibilità della moglie defunta, morta quattro anni fa.
La puzza di cadavere, e lo sconcerto del quartiere
Increduli e scioccati gli abitanti del parco, dopo che ieri mattina si era diffusa la notizia del ritrovamento del cadavere e dell’arresto dei due figli dell’uomo. «Non sapevamo nulla, ci siamo allarmati quando abbiamo sentito una fortissima puzza. Ci siamo chiesti cosa potesse essere, mai potevamo immaginare che c’era un cadavere nascosto fuori a un balcone» dice la giovane signora che abita al piano di sopra: "Quando hanno aperto la porta di casa si è sprigionata una puzza talmente forte che mi sono sentita male. Una volta uno dei due figli, l'ingegnere, è venuto su, ha bussato dichiarando che c'era una perdita d'acqua nel suo appartamento: a pensarci oggi mi viene la pelle d'oca - aggiunge la donna - una persona particolare, freddo scostante".
Sconcerto ma anche rabbia per un assassinio che ha sconvolto un’intera comunità. «Come si fa ad uccidere in quel modo un genitore? E' una schifezza. Ma in che società viviamo?» dice l'anziano inquilino della palazzina vicina. «Era una persona perbene, gentile. I figli si vedevano poco», racconta Maria, una vicina. Il parco Russolillo, un tranquillo complesso residenziale, è stato sconvolto dal delitto. «Mai avremmo immaginato una cosa del genere», dice Giorgio, abitante della zona. Un delitto che sembra uscito da un romanzo noir, ma che invece è accaduto nella normalità di una casa di periferia
Ora l'autopsia e il carcere
I due fratelli sono in carcere a Poggioreale, mentre la procura indaga per omicidio premeditato e occultamento di cadavere. L’autopsia chiarirà i dettagli della morte, ma una domanda resta: com’è possibile che per soldi si arrivi a uccidere un padre?