Il bivio del Rendiconto. Laura Nargi si trova di fronte a due scelte nette: cercare di spezzare il blocco del fronte festiano, o presentare le proprie dimissioni per agevolare un governo di salute pubblica. La data critica è il 18 giugno, quando il Consiglio comunale di Avellino sarà chiamato a votare sul Rendiconto 2024, documento essenziale per la prosecuzione dell’attività amministrativa.
I numeri critici
L’equilibrio consiliare appare precario, con la sindaca Nargi che ha bisogno di almeno 17 voti favorevoli. Al momento, l’opposizione conta 9 voti contrari certi, cui si aggiungono i festiani con ulteriori 11 voti negativi annunciati ufficiosamente. Senza nuove convergenze, il risultato negativo sarebbe inevitabile, portando allo scioglimento dell'amministrazione insediata appena un anno fa tra pesanti controversie giudiziarie.
Giunta e tensioni interne
La prossima seduta consiliare, prevista per giovedì 12 giugno, vedrà la presentazione ufficiale dei nuovi assessori Simona Accomando, Assuntina Iannaccone e Antonio Vecchione. Rimangono però ancora vacanti quattro posizioni cruciali come Lavori pubblici, Urbanistica e Servizi sociali. Fabio Liberale, consigliere di Siamo Avellino, chiede chiarimenti urgenti sulla composizione finale della giunta e auspica una comunicazione più trasparente con i gruppi consiliari.
Pressioni e chiarimenti richiesti
Anche il gruppo "Coraggio per Avellino", guidato da Nicole Mazzeo, richiede una presa di posizione ferma e immediata da parte della sindaca. Mazzeo ribadisce la necessità di una svolta concreta nell'azione amministrativa e dichiara che senza una nuova programmazione in grado di incidere efficacemente sulla città, la prosecuzione del mandato perde significato.
Rivendicazioni politiche
Il gruppo dei "Coraggiosi", che ha sostenuto la nomina dell’assessore Simona Accomando, evidenzia l’importanza di questo gesto come contributo a una fase delicata dell'amministrazione, escludendo però logiche di occupazione di posizioni e sottolineando la centralità dell’interesse pubblico. Senza una decisa sterzata politica, il gruppo si dice pronto a tornare all’opposizione.