Salerno

Il Riesame ha accolto il ricorso presentato dalla Procura di Salerno, disponendo otto misure cautelari (una in carcere, quattro ai domiciliari e tre obblighi di dimora) nei confronti di altrettanti indagati che dovranno rispondere, a vario titolo, di associazione a delinquere dedita alla commissione di reati tributari concernenti l'indebita compensazione dei crediti d'imposta inesistenti, di riciclaggio, autoriciclaggio, oltre che intestazione fittizia di beni.

Per tre indagati è stata riconosciuta anche l'aggravante di aver commesso il fatto nell'esercizio delle attività di consulenza fiscale.

Contestata l'organizzazione di una struttura illegale capace di fornire alle imprese - anche grazie alla complicità di un avvocato -  tutta la "documentazione necessaria per poter beneficiare di crediti d'imposta connessi agli investimenti nel Mezzogiorno, mediante l'acquisto di software basati sulla tecnologia blockchain, con la quale sarebbero stati fatti fittiziamente apparire investimenti di imprese, così venendo a crearsi crediti d'imposta inesistenti che sarebbero stati indebitamente compensati dai soggetti economici che si rivolgevano al gruppo", come si legge nella nota a firma del procuratore capo Giuseppe Borrelli.

Uno degli indagati, da Dubai, aveva messo a disposizione una società di diritto inglese per "vestire" i contratti con cui venivano effettuati gli acquisti di software. I commercialisti e consulenti fiscali sarebbero stati incaricati di compilare e trasmettere all'Agenzia delle Entrate le necessarie comunicazioni propedeutiche alla fruizione dei crediti d'imposta, mentre un secondo avvocato si sarebbe occupato di predisporre i contratti di fornitura del software e dell'emissione delle false fatturazioni da porre a formale giustificazione delle movimentazioni bancarie.

Complessivamente, le persone coinvolte sono state oltre duecento e avrebbero investito un importo superiore ai 62 milioni di euro, generando crediti d'imposta fittizi per un valore di circa 60 milioni.