Niente più alibi. Il calcio italiano si ricorda del prinicipio della regolarità e dell'equità dei campionati e vara il playout di serie B, quasi un mese dopo dalla sua originale data di disputa. Un controsenso, prezioso però per spiegare anche quello che è stato l'imbuto in cui la seconda lega nazionale si è infilata, passando dalle sospensioni alle carte bollate, fino ad arrivare poi al penultimo atto a 48 ore dalla disputa del primo atto del secondo playout determinato (in origine doveva essere Salernitana-Frosinone, poi stoppato in seguito al terremoto Brescia, l'ultimo atto resta l'udienza per il prossimo 19 giugno). Si è deciso di correre, di non aspettare il giudizio del Tfn sull'istanza cautelare presentata dalla Salernitana. Nel cuore di giugno, la Lega B si è resa conto di dover correre per chiudere la questione. E ha buttato giù tutti gli ostacoli pur di scrivere la parola "fine" su una vicenda grottesca.
Le scelte di Marino
Alla Salernitana il compito di non farsi travolgere dal fiume di parole, chiacchiere e polemiche che hanno accompagnato questa insolita vigilia. Marino ha lanciato un solo comandamento ai suoi sin dalla ripresa degli allenamenti in attesa di capire quale sarebbe stato il destino del Brescia: pensare al campo, ragionare su quelle che saranno le insidie della doppia sfida e uscirne vincitori. A Marassi, un mese dopo l'ultima formazione iniziale, per Marino i dubbi sono tutti in attacco: Caligara parte in vantaggio su Soriano, Tongya proverà a garantire freschezza e intensità al posto dell'esperienza di Verde, Simy vuole proteggere la sua posizione di vantaggio su Cerri. Poi sarà tempo di affidarsi ancora alle certezze: davanti a Christensen, si ripartirà da Ruggeri, Ferrari e Lochoshvili nel cuore della difesa. In mezzo al campo, Hrustic e Amatucci saranno la coppia che faranno gioco, con Corazza e Ghiglione i due equilibratori.