Napoli

La pizza, simbolo dell’Italia nel mondo, avrà finalmente il suo percorso formativo riconosciuto. Vincenzo Iannucci, maestro pizzaiolo e fondatore dell’Accademia che porta il suo nome, ha siglato con il Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara un protocollo d’intesa per inserire la figura del pizzaiolo nei programmi degli istituti alberghieri. Un passo storico per un mestiere che, nonostante l’UNESCO lo abbia dichiarato patrimonio immateriale, attende ancora un inquadramento ufficiale.

Un percorso di sei anni tra scuola e praticantato

Il progetto, sostenuto da Gianluca Pivetti (Molini Pivetti) e dall’Accademia Iannucci, prevede un iter strutturato: quattro anni di formazione teorico-pratica più due di tirocinio. L’obiettivo è formare professionisti completi, capaci di coniugare tradizione e innovazione. Le prime regioni coinvolte saranno Campania ed Emilia-Romagna, con cinque istituti ciascuna, a sottolineare l’unione tra le due culine simbolo del Paese.

“È il momento di dare dignità istituzionale a questa figura”, ha spiegato Iannucci. “Il pizzaiolo non è solo artefice di un’eccellenza globale, ma un’opportunità lavorativa reale per le nuove generazioni”.

Colmare un vuoto normativo

Nonostante l’indiscussa fama della pizza italiana, il mestiere di pizzaiolo non è mai stato regolamentato. Il protocollo punta a creare un modello replicabile in tutta Italia, con l’ambizione di arrivare a un riconoscimento nazionale. Un traguardo che potrebbe aprire la strada a specializzazioni, tutele contrattuali e maggiore prestigio per un settore che vale oltre 15 miliardi di fatturato l’anno.

Se l’iniziativa avrà successo, presto nelle scuole alberghiere si studierà l’arte della lievitazione accanto a quella dei risotti e dei dolci. Una rivoluzione che, partendo dai banchi, potrebbe cambiare per sempre il futuro della professione.