Richiamo collettivo e condanna diplomatica. Nella telefonata odierna con la titolare della diplomazia europea Kaja?Kallas e con i colleghi Jean-Noël?Barrot (Francia), Johann?Wadephul (Germania) e David?Lammy (Regno?Unito), Araghchi ha definito “un atto di palese aggressione” gli attacchi israeliani, sottolineando che tali operazioni rappresentano un “colpo senza precedenti alla diplomazia”. Ha chiesto un’“urgente condanna internazionale” del regime israeliano.

Articolo?51 e “legittima difesa”

Riprendendo l’assunto dell’articolo?51 della Carta ONU, Araghchi ha rivendicato il diritto iraniano alla difesa “legittima e proporzionata”. Ha avvertito che i sostenitori di Israele—compresi gli Stati Uniti—“si assumeranno la piena responsabilità” per un’evoluzione negativa dello scenario.

Apertura diplomatico-negoziale

Pur criticando la “clemenza” di alcuni Paesi europei verso il diritto internazionale violato da Israele, Araghchi ha chiarito che “l’Iran non ha mai abbandonato il tavolo dei negoziati” sul nucleare. Tuttavia, ha ribadito che la priorità attuale è fornire una “risposta energica e deterrente” all’aggressione .

Roma-Teheran: dialogo tra Araghchi e Tajani

Araghchi ha avuto un’altra conversazione ieri sera con il ministro italiano Antonio?Tajani. In questo colloquio, il ministro iraniano ha accusato Israele di “chiaro atto di aggressione militare” contro infrastrutture nucleari, civili e accademici, definendo tali operazioni “crimini imperdonabili”. Tajani ha espresso “rammarico” per l’escalation e ha sottolineato la disponibilità d’Italia a favorire la diplomazia, proteggendo i propri cittadini nella regione e invitando tutte le parti a tornare al dialogo.

Reazioni europee: disponibilità al contenimento

Da parte europea, pressoché unanime il riconoscimento del deterioramento della situazione: Kallas, Barrot, Wadephul e Lammy hanno espresso “profondo rammarico” e hanno ribadito l’impegno dell’UE a sostenere iniziative diplomatiche volte a de-escalation e stabilità regionale.

Vertice G7 e rientro “per qualcosa di molto più grande”

Trump ha lasciato il summit G7 in Canada – senza firmare inizialmente la dichiarazione comune sulla de-escalation – annunciando di rientrare a Washington non per negoziare una tregua, bensì per qualcosa di “molto più grande” youtube.com+15theguardian.com+15corriere.it+15. Da bordo dell’Air Force One ha attaccato Emmanuel Macron, smentendo chi pensava partecipasse come mediatore, e chiarendo: “Non ho mai detto di volere un cessate il fuoco” .

Ultimatum a Teheran: niente nucleare, solo smantellamento

Durante il volo, Trump ha ribadito con fermezza: l’Iran deve rinunciare completamente al suo programma atomico. Non bastano limiti o controlli, servono il suo smantellamento e una resa totale it.wikipedia.org. La ragione? Il timore lo porti molto vicino alla detonazione, contrariamente alle osservazioni di intelligence interne .

Evacuazione di Teheran e sicurezza regionale

Trump ha suggerito una possibile evacuazione di Teheran, dicendo che l’obiettivo prioritario è proteggere la popolazione virgilio.it+7it.wikipedia.org+7corriere.it+7. Mentre Israele intensifica gli attacchi e l’Iran risponde con missili, gli Usa preparano evacuazioni di cittadini – nonostante chiusura degli spazi aerei – e rafforzano la propria presenza militare nel Golfo .

Chi sarà l’inviato Usa? Vance o Witkoff

Trump non ha ancora deciso se inviare a Teheran il vice presidente J.D. Vance o l’inviato speciale Steve Witkoff, affermando che la scelta dipenderà dagli sviluppi nelle prossime ore ? “forse entrambi” theguardian.com. È evidente la volontà di mantenere aperte vie diplomatiche, pur senza cessate il fuoco immediati.

Reazioni e dichiarazione G7

La dichiarazione finale del G7, firmata anche dagli Usa dopo qualche resistenza di Trump, sottolinea il diritto di Israele alla difesa, la necessità di de-escalation e che l’Iran non ottenga mai capacità nucleari . Altri leader, in particolare europei, si schierano su un mix di sanzioni, negoziati e contenimento militare.

Scenario futuro: tensione o dialogo

Trump promette “scoprirete nei prossimi due giorni” la risposta israeliana, mentre si prepara a ruotare dalla sala stampa del summit alla Situation Room alla Casa Bianca . La linea è chiara: pressione massima su Teheran, nessuna tregua temporanea, ma apertura a negoziati solo dopo smantellamento nucleare.