E' il colpo a sorpresa di questo primo round di calcio-mercato del Benevento. Raffaele Romano, 20 anni compiuti il 21 aprile scorso, aveva attirato su di sé le attenzioni di tanti club, anche della serie cadetta, ma Carli è stato più rapido di tutti e lo ha assicurato alle cure di Gaetano Auteri.
Chi è Raffaele Romano, diventato un po' per caso protagonista del finale dell'Audace. Quando mister Raffaele alla vigilia della trasferta di Messina si accorse che l'emergenza in difesa sarebbe stata insopportabile, pensò a quel “ragazzino” giunto dalla Primavera del Frosinone e lo gettò senza esitazione nella mischia. Braccetto di destra nella difesa a tre, partita sfavillante e anche un gol (il terzo del 3-1) di testa per impreziosire la prestazione. Da quel momento Romano non è quasi più uscito dall'undici base, conquistando una fiducia che forse non s'aspettava più di incassare.
Chi è Raffaele Romano?
Originario di Bracciano, ha iniziato a giocare nelle giovanili della Roma sin dalletà di nove anni. Cinque anni in giallorosso a Trigoria, poi la decisione di andar via (per questioni logistiche) e di passare all'under 17 del Frosinone. Un anno in prestito al Monterosi, ritorno nella Primavera frusinate. L'anno scorso la chiamata dell'Audace Cerignola. Nelle giovanili Romano aveva sempre giocato da centrocampista, per la prima volta nella squadra ofantina si è cimentato da braccetto (sia di destra che di sinistra, pur essendo un destro naturale).
Essenziale l''esperienza vissuta alla Roma
Esperienza fatta soprattutto in settori giovanili importanti, prima la Roma, poi il Frosinone. “L'esperienza con il Frosinone è stata sicuramente importante – ha spiegato in un'intervista - ma le basi tecniche le ho acquisite frequentando l'ottima "scuola" della Roma. Qui ho avuto la possibilità anche di andare all'estero per confrontarmi con le squadre più forti del mondo. Inoltre ho giocato con alcuni calciatori che stanno facendo un percorso in crescita come me”.
“Braccetto” nella difesa a tre: un ruolo mai ricorperto prima
Con l'ingenuità tipica dell'età, dice che quando a gennaio è entrato in campo a Messina, si aspettava di fare presto il percorso inverso. “Mancavano Gonnelli e Ligi e ho pensato che quando fossero rientrati, io sarei tornato in panchina”. Invece mister Raffaele ha creduto in lui e gli ha concesso occasioni importanti, che lui ha ampiamente sfruttato. Dopo Messina ha giocato 10 partite di fila con ottime prestazioni, in cui sono emerse doti tecniche e caratteriali: sicurezza, attenzione e personalità, oltre che una buona prestanza fisica (un metro e 85) con una buona elevazione di testa, anticipo pulito e rilancio pulito dell'azione. Ha anche giocato tre partite su quattro nei play off del Cerignola, chiudendo la stagione con 21 presenze e un gol.