Avellino

"Senza memoria non si va da nessuna parte, con il passato si può costruire un futuro. Ci dobbiamo collegare ai ricordi per dare il massimo". Così si è espresso Angelo Antonio D'Agostino a margine dell'inaugurazione della mostra "L'Avellino siamo noi" all'Archivio di Stato del capoluogo irpino all'ex Carcere Borbonico. "Siamo ormai ai nastri di partenza, ma nei fatti non ci siamo mai fermati. - ha spiegato il presidente dell'Avellino - È un momento molto intenso, si entrerà nel vivo delle operazioni. Affronteremo un torneo difficile, nuovo per noi e ci dobbiamo attrezzare bene per non fare brutta figura. Vogliamo seguire i nostri obiettivi. La storia non si compra, si costruisce. Seguo quanto dice Giovanni (D'Agostino, ndr). Vogliamo mettere le cose in fila. I tempi sono diversi rispetto al passato, ma stiamo lavorando nella direzione giusta. Sarà comunque sempre il campo a dire se stiamo facendo bene". 

"Lescano? Nessun addio di questo tipo"

"Demme e Favilli? Ci sono diversi nomi, c'è anche quest'ultimo, ma è ancora tutto prematuro. Fino a quando non c'è la firma è meglio essere cauti con i piedi per terra. Sono nomi importanti che possono venire qui. Le uscite? Sono tutti ragazzi importanti, che hanno vinto. Proprio in virtù del campionato vinto può essere una strada agevole. Le voci di Lescano alla Salernitana? Non ci sono addii di questa portata. Le tessere di fedeltà? È un dato che fa gioire. C'è entusiasmo, si conferma con il passare delle settimane. È un segnale di affetto alla proprietà e alla società. Ci stimola ancora di più a fare meglio. La capienza dello stadio? Appena entriamo nello stadio, a lavori terminati, nelle settimane successive lavoreremo per l'aumento. Dobbiamo dare a tutti la possibilità di seguire il match dal vivo. Ci siamo attrezzati per le attività successive. Soprattutto la Curva Nord è nelle idee per 3000/3500 posti in più. Ci sono più di 9000 adesioni alla fidelizzazione. La crisi al Comune? Ci auguriamo che il sindaco Nargi non cada. Sono fiducioso sull'equilibrio per andare avanti. È più agevole per noi ragionare con un sindaco rispetto a un commissario anche se parliamo di attività ordinarie. In ottica stadio non possiamo rischiare di tenere 3000/4000 persone fuori".