Due ragazze: una di tredici anni, l'altra di diciotto. Due tragedie in altrettante settimane che hanno profondamente turbato l'opinione pubblica. Si resta senza parole, quali utilizzare di fronte alla scelta di chiudere per sempre i conti con la propria esistenza, evidentemente diventata senza una via di uscita?
Un dramma silenzioso che incrocia una resistenza fin troppo evidente, si fa fatica ad affrontare un tema tanto delicato che investe sì la sfera privata, ma non esclude un'assunzione collettiva di responsabilità. E' banale il rimando solo alla dimensione della sofferenza individuale, alle cose che ciascuno di noi si porta dentro, archiviate – crediamo - nei luoghi più remoti del subconscio, ma pronte a riemergere e ad esplodere come una 'bomba'. Esiste una condizione di malessere diffuso che non deve essere trascurata perchè può diventare molto pericolosa, ma che cerchiamo di nascondere.
Come se fosse un delitto preoccuparsi della morte tra i più giovani, tra coloro che hanno appena iniziato il cammino della vita. Ci appare inconcepibile l'idea che si possa decidere di farla finita: un'idea che, purtroppo, contrasta con la durissima realtà offerta dai dati. Ci ripetiamo, autoconsolandoci, che un giovane non può coltivare una simile tentazione, che c'è un futuro ad attenderlo e che non può sprecarlo. E in questo modo, convinti che non esistano fragilità che si rivelano devastanti, ci costruiamo un alibi che sembra reggere fino all'ultima terribile notizia.
E' un riflesso egoistico che si incista nella necessità di dover andare avanti e sperare, che si traduce in una indifferenza, per non dire altro, al disagio che si para dinanzi ai nostri occhi. Tentiamo di allontanarlo pensando che qualcuno, prima o poi, se ne occuperà, offrendo aiuto a chi ne ha bisogno e che, nella stragrande maggioranza dei casi, non lo chiede nemmeno. Immerso nella sua solitudine, in un pensiero fisso che si trasforma lentamente in una ossessione che sfocia nell'incubo.
Restiamo lì, attoniti e muti , mentre è insopportabile il dolore di quanti hanno subito una perdita tanto sconvolgente.