Una fuga tra chiese e cittadinanze. Carla Zambelli, deputata federale brasiliana e volto noto dell’estrema destra bolsonarista, è stata condannata dalla Corte Suprema del Brasile a dieci anni di carcere per aver commissionato un attacco hacker ai sistemi del Consiglio Nazionale di Giustizia. Da quel momento, la parlamentare si è data alla fuga, prima passando dagli Stati Uniti e poi approdando in Italia, Paese di cui è cittadina. Dopo un primo avvistamento a Roma, Zambelli si sarebbe trasferita in Campania, dove è stata notata all’interno di una chiesa evangelica di Scafati, nel Salernitano.
L’ombra lunga della giustizia brasiliana
La condanna, emessa lo scorso maggio, è arrivata al termine di un’indagine durata mesi, che ha coinvolto anche un hacker professionista, già arrestato. Zambelli, sospesa dalle funzioni parlamentari, è ora ufficialmente ricercata dall’Interpol. Le autorità brasiliane hanno attivato la cosiddetta “red notice” per il suo arresto a livello internazionale. Ma la sua doppia cittadinanza – brasiliana e italiana – rende l’estradizione tutt’altro che scontata.
Un caso tra diritto e diplomazia
L’ambasciatore brasiliano in Italia ha presentato una formale richiesta di estradizione alla Farnesina. Tuttavia, la legge italiana vieta generalmente l’estradizione dei propri cittadini, a meno che non si tratti di casi particolari, previsti da accordi bilaterali. Il fascicolo è ora nelle mani della Procura generale della Corte d’Appello di Roma, che dovrà valutare la legittimità della richiesta di Brasilia. Intanto, Carla Zambelli resta a piede libero sul territorio nazionale.
Le ambizioni italiane della deputata
Secondo fonti vicine alla sua difesa, Carla Zambelli starebbe valutando la possibilità di candidarsi alle prossime elezioni italiane del 2027. Un’ipotesi che suona come una provocazione per molti, ma che la parlamentare giustificherebbe come parte di un percorso di “difesa della libertà individuale”. In attesa che la magistratura italiana si esprima, la deputata continua a muoversi in libertà, facendo leva sui diritti garantiti dalla cittadinanza.
L’ombra del caso Battisti
La vicenda riapre le ferite diplomatiche mai del tutto sanate tra Italia e Brasile, già messe alla prova dal caso di Cesare Battisti. Anche in quell’occasione, la tensione tra ragioni di Stato e norme giuridiche internazionali mise a dura prova i rapporti tra i due Paesi. Oggi, con Zambelli, il copione sembra ripetersi: tra fuga, protezione legale e ambizioni politiche, la linea di confine tra giustizia e politica torna pericolosamente sfocata.