Erano imputate di tentata estorsione e minaccia, ma il giudice Telaro, dopo aver riqualificato le accuse in quella di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, ha stabilito il loro proscioglimento alla luce della remissione della querela della parte offesa.
La sentenza riguarda una 48enne ed una 31enne di Casavatore, tirate in ballo dalle indagini su un episodio che si era verificato il 13 luglio 2020 ad Airola. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, le due donne, difese dall'avocato Valeria Crudo, erano entrate in un'attività commerciale e avrebbero minacciato di morte la titolare, colpendola con dei pugni ad una spalla, per costringerla a dare loro 3.600 euro.
E' l'importo di un assegno che il marito della malcapitata aveva incassato come risarcimento di un incidente stradale con la sua moto , ma che le imputate credevano fosse invece di proprietà del figlio della 48enne. Non è finita: uscite con la commerciante all'esterno del locale prima dell'arrivo dei carabinieri, le due napoletane avevano prelevato una mazza da baseball dalla loro auto e l'avevano usata contro la porta d'ingresso, frantumandola, continuando a minacciare la poverina. “Vogliamo i soldi altrimenti...”.