di Paola Iandolo
Profanata la casa canonica di Contrada Ischia ad Atripalda. Un gesto di inciviltà che ferisce nel profondo la comunità religiosa della cittadina del Sabato. A denunciare l’accaduto è stato il parroco della chiesa madre di Sant’Ippolisto Martire, don Luca Monti, che in un post pubblico sui social ha espresso la sua indignazione: "La comunità parrocchiale di Sant’Ippolisto non merita questo! Né la scritta Died sulle porte, né i segni di rapporti sessuali compiuti, né rivoltanti tracce di sangue sui pavimenti, né le sigarette buttate, né le immagini sacre profanate", ha scritto don Luca.
La casa canonica, con annesso campo di calcetto, è un piccolo edificio utilizzato per attività pastorali e di sostegno sociale. Qui vengono accolti i gruppi parrocchiali per i momenti di formazione, si tengono incontri per i fanciulli del catechismo e si offre rifugio, in modo discreto, anche a senza tetto e persone bisognose grazie all’impegno delle famiglie Rogazioniste. L’irruzione vandalica ha lasciato segni inequivocabili: porte imbrattate con scritte inquietanti, resti di sigarette, sangue e oggetti fuori posto, e soprattutto immagini sacre oltraggiate.
Immediata la reazione anche da parte del sindaco, Paolo Spagnuolo, intervenuto con un post sui social per condannare con fermezza l’accaduto: "Con profondo sdegno ho appreso quanto accaduto al centro di comunità della Parrocchia di Sant’Ippolisto. Scritte offensive, tracce indegne, segni di degrado morale e materiale. Uno sfregio intollerabile a un luogo sacro e di accoglienza, dove si formano nella fede i nostri bambini, dove trovano rifugio i più fragili, dove si prega e si costruisce comunità". La fascia tricolore ha definito l’episodio non isolato, ma parte di un fenomeno preoccupante che riguarda anche altri spazi pubblici.
Nel frattempo, il Comune è già intervenuto attraverso la società partecipata Acm, che ha provveduto a saldare le ringhiere divelte attraverso cui i vandali si erano introdotti nella casa canonica. «Continueremo a fare la nostra parte con fermezza ma serve un’alleanza educativa forte e coraggiosa. Ai genitori rivolgo un appello del primo cittadino "stiamo perdendo il senso del rispetto. Recuperiamolo insieme".